sabato, ottobre 22, 2011

Il dono della sintesi

Mi piacerebbe avere il proverbiale dono della sintesi.
In attesa di riceverlo, mi cullerò ancora qualche tempo nell'illusione che chi riesce ad essere sintetico lo è perché ha poco da dire.

NOW ON AIR: "You oughta know" Alanis Morisette

martedì, ottobre 04, 2011

Il castello dei destini incrociati


Il castello dei destini incrociati è un'opera di Italo Calvino pubblicata nel 1973.

In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso, smontai di sella in una corte buia, stallieri silenziosi presero in consegna il mio cavallo. Ero senza fiato; le gambe mi reggevano appena: da quando ero entrato nel bosco tali erano state le prove che mi erano occorse, gli incontri, le apparizioni, i duelli, che non riuscivo a ridare un ordine né ai movimenti né ai pensieri.
Salii una scalinata; mi trovai in una sala alta e spaziosa: molte persone - certamente anch'essi ospiti di passaggio, che m'avevano preceduto per le vie della foresta - sedevano a cena attorno a un desco illuminato da candelieri.
[...] Deciso a rompere quel che credevo un torpore delle lingue dopo le fatiche del viaggio, feci per sbottare in un'esclamazione clamorosa come: "Buon pro!" "Alla buon'ora!" "Qual buon vento!": ma dalla mia bocca non uscì alcun suono. Il tambureggiare dei cucchiai e l'acciottolio di coppe e stoviglie bastavano a convincermi che non ero diventato sordo: non mi restava che supporre d'esser muto. Me lo confermarono i commensali, muovendo anch'essi le labbra in silenzio con aria graziosamente rassegnata: era chiaro che la traversata del bosco era costata a ciascuno di noi la perdita della favella.
Fin qui l'antefatto: una compagnia molto varia riunita a cena; come spesso accade in questi consessi non previsti, ognuno avrebbe una storia che val la pena di esser raccontata e di esser ascoltata. Ma ai nostri eroi manca la capacità di raccontare tramite le parole. Ecco quindi intervenire "la trovata", lo stratagemma alla base dell'opera.
[...] sulla tavola appena sparecchiata, colui che pareva essere il castellano posò un mazzo di carte da gioco.
[...] Uno dei commensali tirò a sé le carte sparse, lasciando sgombra una larga parte del tavolo; ma non le radunò in mazzo né le mescolò; prese una carta e la posò davanti a sé. Tutti notammo la somiglianza tra il suo viso e quello della figura, e ci parve di capire che con quella carta egli voleva dire "Io" e che s'accingeva a raccontare la sua storia.
Da qui in poi, il nostro cavaliere ci guida attraverso le sue interpretazioni delle storie raccontate da alcuni commensali tramite l'uso dei tarocchi.
Ho trovato l'espediente del castello "magico" e dei tarocchi usati come mezzo di comunicazione visiva davvero molto originale, quantomeno non banale, e intrigante; la mia curiosità si è subito accesa. Il mio interesse è rimasto, però, presto deluso: al di là del modo di raccontarle, le vicende raccontate sono, infatti, fin troppo semplici, banali, decisamente poco originali (alcune sono palesemente ispirate, ad essere meno diplomatici si potrebbe dire copiate, dall'Orlando Furioso).
Nonostante l'inconsueta trovata e l'ottimo stile, caratteristico di Calvino, l'opera mi è risultata indigesta, tanto da riuscire a giungere alla fine del volume solo con grandissima fatica.
In sostanza una lettura decisamente sconsigliata: nessun intrattenimento, sostanza fin troppo nascosta nelle pieghe della forma, troppa "forma", un'ottima forma ma non sufficiente a giustificarne la lettura. A mio parere, ovviamente.

NOW ON AIR: "Runaway train" Soul Asylum

Open-minded

La mente più aperta spesso finisce per chiudersi in sé stessa, concentrata com'è ad esplorare le infinite possibilità della realtà.

NOW ON AIR: "Hurt" Nine Inch Nails