Commento per "Basta!"
Cercando di rispondere a un commento ho finito per scrivere quasi un nuovo post, quindi ho deciso di inserirlo anche qui:
purtroppo, o per fortuna, non mi conoscete, non mi conoscono neanche quelli che mi sono stati più o meno vicini negli ultimi 25 anni, altrimenti sapreste che il divertimento e la vita non hanno mai fatto parte di me.
So di aver appena scritto che "la vita non ha mai fatto parte di me" è mi rendo conto della pesantezza di questa affermazione, ma già a tre anni la vita era una cosa che mi passava accanto scompigliandomi i capelli con lo spostamento d'aria della sua irrefrenabile corsa, irritandomi terribilmente per questo scompigliare.
Dopo i primi tentativi di integrazione nella società e nella vita delle scuole elementari ho cominciato piano piano a rinunciare alla possibilità di una vita "normale", l'unica cosa che avevo nella vita era la scuola e mi dedicavo a quello anche se non ci andavo quasi mai, perchè a scuola mi sentivo a disagio.
Questo spiega anche il fatto che il tempo nel mio passato è scandito dalle classi scolastiche, non so dirti che anno fosse, quale squadra avesse vinto il campionato, chi fosse il presidente della repubblica, dove fossi stato in vacanza, ma so dirti che anno delle medie o delle superiori era e quali furono i principali fatti di quella mia stagione scolastica.
Già all'asilo non ero un bambino tipico, ma alla fine dell'elementari sicuramente ero già vecchio dentro.
Avete mai avuto un compagno di scuola di quelli che si definiscono "sfigati", che quando c'è ricreazione rimangono seduti al banco aspettando che la lezione successiva cominci, magari un po' malaticci, incapaci nello sport, timidi, insicuri, introversi, pensate tutti questi aggettivi "negativi" per un ragazzo e probabilmente ce li avevo tutti, ma la cosa peggiore è che non mi è mai importato nulla di tutto questo.
L'unica cosa che mi importava era di essere lasciato in pace, perchè dover essere mortificato ogni giorno dalla vita e anche da quelli che la vita con me, in un modo o nell'altro, la condividevano?
Andavo a scuola perchè dovevo andarci, studiavo perchè dovevo studiare, dovevo non perchè qualcuno me lo imponesse, ma perchè non c'erano alternative, di lavorare non ne avevo alcuna intenzione come non ce l'avrei neanche adesso: una volta finito di studiare, basta, la mia vita era finita, per il resto della giornata nulla più completo, senza che nulla di tutto quello che potessi fare mi mancasse.
Non mi è mai mancato niente, nel senso che non ho mai sentito la mancanza di niente, non ho mai veramente desiderato niente a parte che la vita mi lasciasse in pace.
Il divertimento fa probabilmente parte di ognuno di "voi" ma non ha mai toccato le mie corde, se così vogliamo dire, non so perchè ma è così... nessuno sa perchè, alla fine anche la mia psicoterapeuta si è arresa e alla fine ha detto "si, probabilmente non è nelle tue corde", forse si era stancata di perdere tempo con me o forse la pagavo troppo poco per perdere tempo con me.
Ci sarebbe tanto da scrivere... lo farò prossimamente.
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