Il codice delle piramidi
Il codice delle piramidi è un libro di Horst Bergmann e Franck Rothe, due autori tedeschi che si sono spesso occupati di astrologia, misteri e piramidi.
Il sottotitolo del libro in questione recita:
Furono veramente le tombe di qualche faraone megalomane? Davvero furono costruite con i pochi mezzi tecnici che, secondo l'egittologia tradizionale, erano disponibili a quei tempi?
Le premesse sono davvero interessanti, approcciandosi a questo libro ci si aspetterebbe di poter conoscere nuovi punti di vista e prospettive scientifiche innovative su misteri ormai millenari.
Io però l'ho letto e quindi posso dire che Il codice delle piramidi rientra nelle seguenti categorie: "ciarlataneria", "ridicoleria", volendo essere buoni, "fantascienza di infima qualità".
L'infima qualità si prospetta lì dove scrivi qualcosa di fantasioso, o comunque non sostenuto da evidenze oggettive, ma che vuoi ugualmente spacciare per vere e oggettive. Forse però far ricadere questo tipo di pubblicazione nella fantascienza è un grande insulto nei confronti della fantascienza, anche quella pessima.
La corretta definizione è, probabilmente, "divulgazione pseudo-scientifica", si tratta a tutti gli effetti di pseudo-scienza: qualcosa che viene presentato come scientifico ma a cui mancano tutti i caratteri della scientificità. Il metodo scientifico si basa su tre pilastri: osservabilità, misurabilità e riproducibilità. Al di fuori di questi termini non può esserci scienza e, soprattutto, non possono esserci certezza ed oggettività.
Il libro in questione è infarcito di termini quali "molto probabilmente", "ovviamente" e di frasi come "non vediamo altre possibili spiegazioni" o "[le fonti, n.d.a.], se si sanno leggere, ci dicono che [...]". Questi non sono i termini di una trattazione scientifica, ma quelli della pura speculazione e della pseudo-scienza. Già dal primo capitolo vengono mostrate lunghe liste di numeri e misure prelevate dalle piramidi d'Egitto con metodi non ben precisati: soltanto elencando questi numeri, e possibili coincidenze riguardo ad essi, gli autori ci dicono "Fino ad ora abbiamo mostrato che la realizzazione di opere straordinarie [...] secondo le nostre attuali conoscenze, presuppone una tecnologia raffinata, di cui anche la nostra cultura attuale dispone solo in parte". Sorvolando momentaneamente sul fatto che nelle pagine che precedono queste parole nessuno ha dimostrato niente, almeno nel senso scientifico della parola, vorrei sottolineare che la frase "secondo le nostre attuali conoscenze" rende completamente inutile qualsiasi cosa ci sia intorno ad essa: non c'è scienza nel ragionare su dati mancanti o incompleti.
Inoltre si insiste spesso sull'idea di apertura mentale e sul "saper leggere", parafrasando uno dei concetti principali del libro: qualcuno con una tecnologia superiore agli antichi egizi, sicuramente proveniente da un altro pianeta, ha inserito un codice matematico nell'architettura delle piramidi che, "con la giusta impostazione mentale" può ora essere letto grazie agli studi degli autori del libro.
Se si dà uno sguardo d'insieme alla costruzione delle piramidi in Egitto, appare evidente che in alcune epoche un qualche sapiente, dotato anche di capacità organizzative, operò nello sfondo. Qualcuno deve aver dato a Zoser l'idea di far costruire la poderosa, per l'epoca, piramide a gradoni, con una tecnica mai usata prima [...]Peccato che, ad oggi, non abbiamo alcuna informazione certa su come tale piramide sia stata costruita, quindi come facciamo a dire che si tratta di una tecnica mai usata prima e inaccessibili per gli egizi dell'epoca?
L'architetto di Zoser fu Imhotep [...] possiamo essere sicuri che egli avesse conoscenze e competenze fuori dall'ordinario per la sua epoca. [...] La sua presunta origine "divina" da Ptah, spiega più facilmente la sua immensa sapienza.Si, in effetti, questo spiega tutto, più o meno come l'esistenza di un dio immaginario, di cui non esiste prova alcuna, spiega alla perfezione il mistero della creazione dell'Universo.
Tanto per fare un esempio molto molto evidente: se gli egizi hanno avuto aiuti "dall'alto" nella costruzione delle piramidi e disponevano di una tecnlogia così sofisticata e avanzata, come mai la così tanto pubblicizzata sovrapposizione tra le tre stelle della cosiddetta "cintura di Orione" e le tre piramidi di Giza non è perfetta?
Non voglio rovinare il resto del libro a chi vuole provare a leggerlo per curiosità, quindi mi fermo qui. Comunque per me la lettura è fortemente sconsigliata.
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