Realtà e percezione
Vivo ogni giorno l'eterna lotta tra realtà e la percezione che ne abbiamo.
Avrei voluto scrivere che "viviamo" questa lotta, ma poi mi sono ricordato che molti non vedono, non sono consapevoli di questa opposizione tra "ciò che è" e "ciò che sentiamo".
Io sono un amante del relativismo in tutte le cose, anche per questo, sotto un certo punto di vista, ritengo giusto che possa essere più importante sentirsi amati che l'esserlo veramente, sentirsi sazi piuttosto che l'esserlo, un po' come quando basta sentirsi affascinanti per risultarlo veramente e, più o meno, oggettivamente. Ma quando passiamo a situazioni un po' più complesse e, se vogliamo, anche un po' più importanti, sicuramente diventa più difficile scegliere tra il sentirsi sicuri e l'essere sicuri (nel senso di sicurezza dagli infortuni e dagli incidenti, così come dalla delinquenza), tra il sentirsi fisicamente sani e l'esserlo, tra il sentirsi felici e l'essere felici.
Io tendo a preferire la realtà rispetto alla percezione, preferirei essere sicuro piuttosto che sentirmi al sicuro anche se forse potrei non esserlo... se fosse possibile preferirei essere felice invece che sentirmi felice.
Per la nostra società evidentemente vale l'opposto: alcol, droga, illusioni, per citare solo degli esempi, dimostrano che preferiamo sentire piuttosto che essere. In effetti la percezione è l'unico mezzo che abbiamo per conoscere, o per provare a conoscere, la realtà: per questo è tanto difficile decidersi tra il sentire e l'essere... comunque per il momento preferisco cercare la reltà oltra la percezione, un domani non so.
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