2009
Spero vivamente che il 2009 inizi meglio di come sta finendo il 2008... altrimenti ci sono tutti i presupposti per un anno di merda.
NOW ON AIR: "America" Marcy Playground
Spero vivamente che il 2009 inizi meglio di come sta finendo il 2008... altrimenti ci sono tutti i presupposti per un anno di merda.
NOW ON AIR: "America" Marcy Playground
Pubblicato da MaxParsifal alle 12:10 0 commenti
Etichette: me
Stavo pensando che, forse, è più giusto pensare al proprio "peggior nemico" come ad un amico; almeno tanto quanto al proprio "peggior amico" come ad un nemico.
Ma forse sto soltando vaneggiando a causa della pancia troppo piena.
NOW ON AIR: "Hold me, thrill me, kiss me" U2
Pubblicato da MaxParsifal alle 16:18 0 commenti
Etichette: me, riflessioni
Ho letto il decreto Gelmini che è stato approvato ieri (30/10/08) in Senato, è possibile trovarlo anche a questo link.
L'ho fatto perchè ho sentito tanto e tanti lamentarsi di questa approvazione, si dice che sia una riforma ingiusta e sbagliata, volevo capire perchè, visto che nessuno me lo sa spiegare. Volevo capire perchè tante persone sono scese in piazza per protestare, perchè tanti genitori hanno portato in piazza anche bambini di sei o sette anni.
Quello che voglio dire è che a me non è sembrato un decreto ingiusto, sono pochi punti che si leggono abbastanza facilmente, potremmo riassumerli in questo modo:
1) reintroduzione dell'insegnamento dell'educazione civica;
2) reintroduzione della bocciatura in base al voto di condotta;
3) utilizzo della votazione numerica anche alle elementari;
4) ritorno al maestro unico nelle scuole elementari;
5) i libri di testo devono durare almeno cinque anni;
5-bis) nuove disposizioni in materia di attribuzione dei posti nelle graduatorie;
6) chi ha conseguito la laurea in scienze della formazione primaria è esonerato dal sostenere l'esame di abilitazione all'insegnamento;
7) modifica delle modalità di accesso alle scuole di specializzazione in medicina e chirurgia;
7-bis) riassegnazione di fondi, altrimenti destinati, alla ristrutturazione e messa in siscurezza degli edifici scolastici.
Detto che a volte il "burocratese" è un po' complicato e risulta difficile non perdersi tra commi e riferimenti ad altri documenti, non mi sembra che ci sia nulla di palesemente errato o ingiusto in questo decreto, sicuramente non trovo sbagliati i punti 1, 2, 3, 5; sui punti 5-bis e 7 non posso giudicare perchè ne so veramente troppo poco; sul punto 7-bis tutto dipende da come verranno effetivamente gestiti i fondi, con quale livello di chiarezza e controllo.
Qualche dubbio me lo mette sicuramente il punto 6, perchè mi da l'impressione che serva a favorire qualcuno e sfavorire qualcun altro.
Riguardo al più discusso punto 5 io non lo trovo ingiusto nè sbagliato: non so se recentemente avete avuto a che fare con maestri elementari (lo stesso discorso purtroppo vale per insegnanti di ogni ordine e grado), ma io ho potuto rendermi conto che ci sono tanti incapaci tra le loro fila, questo significa probabilmente che non ci sono abbastanza persone in grado di ricoprire questo ruolo o che non ci sono persone capaci che vogliano fare questo lavoro: fatto sta che avere tre insegnanti poco capaci non aiuta i bambini in alcun modo, esagerando potrei dire che piuttosto che avere tre poco capaci è meglio averne uno poco capace, rischia di fare meno danni da solo.
Detto questo io ritengo che sia opportuno tagliare un po' di rami, certo sarebbe meglio se questa potatura di insegnanti venisse fatto con metodo, mantenendo gli insegnanti di valore e ricollocando o anche licenziando o non rinnovando quelli meno adatti a questo lavoro... ma non credo che in Italia siamo ancora pronti per questo passo di civiltà, sicuramente i "nuovi posti" verranno assegnati con il vecchio solito metodo italiano dell'anzianità di servizio, anche per questo in Italia non ci sarà mai posto per le persone meritevoli.
Infine, per quanto riguarda abolizione/riduzione delle ore di dopo-scuola dico quello che ho sempre detto: "Mamme e papà di tutta Italia, se non avete tempo per i figli... non li fate, non vi obbliga nessuno".
I figli si dovrebbero fare soltanto se si hanno la voglia e le risorse per crescerli, altrimenti si possono anche non fare.
NOW ON AIR: "Teardrop" Massive Attack
Pubblicato da MaxParsifal alle 10:09 1 commenti
Etichette: notizie, politica, riflessioni, società
Quest'estate ho finito di leggere gli ultimi due volumi della quadrilogia di Conn Iggulden sulla vita di Caio Giulio Cesare.
Si tratta di un romanzo storico ovvero di un romanzo, quindi un'opera di fantasia, che prende spunto da fatti storici documentati.
E' stato appassionante seguire le vicende di un grande uomo attraverso le difficoltà finoagli innumerevoli successi e alla tragica fine; mi è piaciuto soprattutto leggere quello che nei libri di storia non compare mai: le vicende di quegli uomini e quelle donne, piccoli rispetto ai grandi nomi della storia, ma le cui vite sono indissolubilmente legate a quelle dei più conosciuti personaggi storici e, a volte, hanno contribuito a renderli tali.
Una cosa che mi ha sempre infastidito della storia che si studia a scuola è che questi uomini descritti dagli insegnanti sembrano sempre dei personaggi di fantasia, perchè sono descritti completamente distinti dalla realtà della vita di tutti i giorni: questi eroi del passato non mangiano mai, non si vestono, non viaggiano, la riga precedente sono a Roma, quella successiva li vede in Britannia, senza incontrare mai un oste, un fabbro, un sicario, una prostituta, nessuno si ubriaca e nessuno si droga. Senza contare che chi vince è buono e chi perde è cattivo, ma questo è un altro discorso.
Leggendo questi libri ho potuto godere di un'altra prospettiva sul tradimento di Bruto e, ammettendo la mia ignoranza, ho scoperto che Bruto tradì Cesare ben due volte anche se la prima con esiti meno tragici della seconda.
Sono stato piacevolmente colpito da questa serie di libri che mi hanno permesso di provare diverse sensazioni, dalla commozione solidale con il primo tradimento di Bruto, fatta addirittura di "groppo in gola" e "occhi lucidi", fino alla rabbia provata nei confronti dello stesso personaggio in occasione del secondo tradimento, quello che inevitabilmente conclude le vicende della serie.
Naturalmente non è un romanzo breve, difficilmente potrebbe esserlo raccontando la vita di un uomo, si tratta di quattro volumi da circa cinqiecento pagine l'uno; anche il prezzo è non indifferente in quanto per ogni volume ci sono voluti circa 20 euro, ma complessivamente, dopo circa 2000 pagine e circa 80 euro, mi sento soddisfatto della mia lettura, anche se probabilmente la prossima volta ci penserò su due volte prima di affrontare una spesa del genere, pensando che con la stessa cifra avrei potuto comprare anche dieci classici dell'Ottocento.
L'unico vero rammarico riguardo questo libro è che ci ha dovuto pensare un inglese a scriverlo, così come "Memorie di Adriano" l'ha scritto una francese e "Io, Claudio" un altro inglese: perchè noi italiani, che avremmo migliaia di vicende e migliaia di uomini e donne di cui parlare e scrivere, lasciamo sempre che siano gli altri a farlo? Noi siamo il popolo delle potenzialità non sfruttate.
Comunque consiglio questa lettura a tutti quelli che non hanno problemi di tempo e di denaro.
I titoli dei quattro volumi sono:
1) "Le porte di Roma"
2) "Il soldato di Roma"
3) "Cesare padrone di Roma"
4) "La caduta dell'aquila"
NOW ON AIR: "One day remains" Alter Bridge
Pubblicato da MaxParsifal alle 14:56 0 commenti
Etichette: Conn Iggulden, libri, storia
Ho letto "Le tre stimmate di Palmer Eldritch" di Philip K. Dick e, nonostante non possa annoverarlo tra i miei libri preferiti, non posso fare a meno di pensare che sia un libro notevole scritto da un autore davvero eccezionale.
Quello che mi affascina dei libri di Philip K. Dick è come riescono a metterti continuamente di fronte al contrasto tra realtà ed illusione. Che cosa è reale e cosa non lo è? Una cosa è reale soltanto perchè la posso sperimentare con i sensi? E se i sensi potessero essere ingannati o alterati? Quale sarebbe la realtà in quel caso? Ma come possiamo sapere noi se i nostri sensi, in un certo istante, sono alterati o meno?
Sembra un po' il tema di Matrix, solo che Dick è morto qualche anno prima che quel film fosse anche solo un'idea.
E se qualcuno creasse una droga che genera una realtà alternativa? E se questa realtà alternativa fosse migliore della realtà "reale"? Saremmo in grado di distinguere ancora quale è la realtà e quale quella alternativa? Finiremmo per preferire la realtà alternativa a quella "reale"?
Ma soprattutto, dove sta la realtà e dove l'illusione? Se la realtà è data dai sensi e i sensi possono essere ingannati: esiste veramente la realtà? Oppure la realtà è una delle tante illusioni che abbiamo a disposizione?
I libri di Dick sono proprio ciò che amo: una continua fonte di spunti di riflessione.
Un libro da provare, consigliato soprattutto agli amanti del telefilm "Lost": a parer mio chi ama "Lost" non può non apprezzare Philip K. Dick.
P.S.: in un episodio della quarta stagione, quando Ben è prigioniero di Locke, una volta insieme al pranzo John porta a Ben anche un libro che lui dice di aver già letto, il titolo di quel libro è "Valis" e l'autore è proprio Dick, spero di poter scrivere presto anche di questo libro.
NOW ON AIR: "The pretender" Foo Fighters
Pubblicato da MaxParsifal alle 17:49 1 commenti
Etichette: libri, Philip K. Dick, riflessioni
Chiedo scusa a quei pochi (ma ottimi) che vorrebbero leggere alcune parole scritte dal sottoscritto, ma in questo periodo sono impossibilitato e vi scrivo queste poche righe tramite mezzi di fortuna.
Il mio fedele portatile mi ha infatti abbandonato: è andato in memo-pausa, nel senso che soffre di colpi improvvisi di calore, probabilmente dovuti ad un malfunzionamento dell'hard disk (per questo memo-pausa). Ha cercato in tutti i modi di continuare a servirmi, ma arrivato ai 119° C ha dovuto rinunciare anche lui.
Ringrazio Serena per avermi coinvolto nel premio "Brillante Web Blog" e spero di poter partecipare anch'io al più presto.
Per il momento "passo e chiudo".
Pubblicato da MaxParsifal alle 21:07 1 commenti
Etichette: informatica, me
Devo dire quello che penso, mi dispiace, ma quando ci vuole ci vuole: ci sono veramente troppi coglioni in giro per le strade italiane, liberi di circolare e diffondere idiozia con le loro maledete teste di cavolo.
Non parlo di idioti al volante (anche se pure quelli sono molti) ma di quei deficienti che assaltano i negozi in occasione dei saldi. Attenzione, non ce l'ho con tutti quelli che usufruiscono dei saldi, perchè non c'è assolutamente niente di male.
La settimana scorsa a Roma, così come in tante altre città d'Italia, sono scattati i saldi e, oltre alle immagini aberranti viste in televisione, ho potuto vedere con i miei occhi file lunghissime fuori da negozi di grandi marche: due o tre ore di fila per comprare capi in saldo di Prada, Gucci, o Chissacchì. Come si fa? Come diavolo si fa? Perdere tutto questo tempo per pagare una firma, perchè è solo quello che si sta pagando, 300 euro invece che 500? Per questo è assurdo, molto più assurdo di chi compra capi firmati a prezzo pieno, spesso questi hanno i soldi in abbondanza per fare spese così idiote, ma ci sono tante persone, alcune delle quali conosco anche direttamente, purtroppo, che fanno pazzie tipo tre ore di fila per potersi comprare cose che non possono permettersi, per comprarsi un capo firmato.
Nel 2008 come possono esserci persone così idiote, certa gente non usa il cervello? Che domanda, la risposta la so, ma non riesco a rassegnarmi... provo rabbia ogni volta che vedo atteggiamenti come questi, la sostanza sottomessa in tutto e per tutto alla forma, tutta apparenza niente contenuto. Io maledico le deboli menti di questi incommensurabili idioti, questi miserabili, miserabili privi di qualsiasi ricchezza interna a discapito di una più o meno elemenosinata ricchezza esterna. Se perdi due ore della tua vita per poter comprare un completo firmato non posso che considerarti un miserabile.
Non abbiamo i soldi? Non lo metto in dubbio, anche se qualche dubbio ce l'ho. Non sarebbe più logico evitare di acquistare prodotti firmati anche se in saldo? Visto il prezzo ugualmente elevato rispetto a cose come il pane, la pasta, il latte, non sarebbe più sensato rinunciare a prodotti che non dovrebbero avere alcune reale, e sottolineo reale, valore nella vita di un qualunque essere umano? Tempo fa leggevo sul giornale di persone che pur di non rinunciare ad essere "presentabili" sul posto di lavoro, o nella vita sociale, spendono la maggior parte del denaro a loro disposizione per trucchi, prodotti per l'igiene personale, abiti e scarpe firmate, a volte per l'auto: per il resto, come cibo ed abitazione, fanno quello che possono, ricorrendo spesso all'aiuto dei parenti o a quello della Caritas. Come si può arrivare ad un tale punto di inciviltà e di barbarie.
La società dell'apparire sento spesso dire, lo sento da dieci anni, tutti quanti sono disgustati da questo "apparire prima che essere", ma sono sempre tutti là a fare la fila per le vie del centro, uccelli rapaci pronti ad accaparrarsi il capo visto sulla rivista, spendendo cifre da capogiro che non rappresentano neanche lontanamente il valore materiale dell'oggetto acquistato: compriamo aria, compriamo nomi, compriamo idee perchè evidentemente non ne abbiamo a sufficienza nei nostri cervelli bacati, compriamo pensieri perchè generarne di nostri è faticoso e pericoloso, rischiamo di pensare qualcosa che gli altri non condividono, aiuto!!!
Ritornando al pratico più spicciolo, io indosso indistintamente prodotti di marca e non, guardando sempre alla qualità e al prezzo senza fare caso a nient'altro e per questo sono stato considerato uno sciocco, uno sconsiderato, un coraggioso, un mentecatto, un poveraccio... io penso e spero solo di essere una persona razionale che usa il cervello ogni volta che può, perchè è il cervello che mi rende, o che può rendermi nel caso ancora non lo fossi, un uomo.
Per me cose come 3 magliette 5 euro non sono un problema ma un'opportunità, poi ci sono i vestiti usati specialmente quelli regalati da amici o conoscenti: sono uno scroccone? può darsi ma "scroccone" è solo una parola, a cui non associo alcuna importanza. Se mi regalano qualcosa, la prendo e se mi è utile la uso: nessuno si dispiacerebbe di utilizzare un'automobile regalata o di spendere dei soldi che gli sono stati regalati, perchè dovrebbe essere diverso per i vestiti. I saldi sono una buona cosa, ma solo quando vado a comprare al centro commerciale, spendendo 16 euro per dei pantaloni invece di 30, prezzo con cui li avevo visti 4 mesi prima; oppure quando mi permettono di comprare tre magliette della Reebok a 12 euro.
Se i soldi mancano, comportiamoci come se mancassero, non andiamo a spendere soldi che non abbiamo o che potremmo spendere molto meglio: con 300 euro spese da Prada, io ci mangio molto bene per un mese e mi avanza anche qualcosina se voglio.
Io sono un integralista per certe cose e voglio riconoscere che per certe cose a volte posso anche esagerare, ma esistono delle vie di mezzo in cui magari è possibile trovare un corretto equilibrio che possa farci vivere bene senza dover essere necessariamente degli idioti senza cervello.
NOW ON AIR: "Sick & Tired" Default
Pubblicato da MaxParsifal alle 13:04 1 commenti
Etichette: fastidio, riflessioni, società
Ho voluto farmi del male, lo ammetto. Mi sono fatto un giro per alcuni di questi siti di social networking, sapete quei siti in cui si trovano tanti ragazzi che vogliono "conoscere tanta gente interessante" e per farlo pubblicano un profilo povero di informazioni ed eccessivamente standardizzato che non descrive praticamente niente di una persona vera.
Ho trovato un ammasso infinito di fighetti, tipi e tipe da discoteca con gli occhiali firmati in bella vista sulla foto che li rappresenta, una massa di alcolzzati che "quando bevono animano la serata" e a cui "piace divertirsi", senza parlare del "mi piace: musica, cinema, viaggi".
Ho avuto un'immagine disgustosa del genere umano, so che non tutte le persone sono così, ma mi disgusta comunque. Un popolo fatto di Pucci78, PrincipessaSorriso, Micina82, Bimba80, BambiBubbi... ho il morale abbattuto... poi che cacchio significa "mi piace divertirmi"? Che strano, perchè nessuno scrive che gli piace annoiarsi? Forse perchè a nessuno piace annoiarsi? O perchè è impossibile farsi piacere la noia? Oppure perchè nessuno vuole incontrarsi, o comunque "socializzare" con uno a cui piace annoiarsi? Beh, io dico che mi piacerebbe incontrare e conoscere qualcuno a cui piace annoiarsi, sono curioso ed un'affermazione come questa mi colpirebbe molto. Il resto è... amarezza, tanta amarezza.
NOW ON AIR: "Bleed American" Jimmy Eat World
Pubblicato da MaxParsifal alle 17:09 4 commenti
Etichette: fastidio, riflessioni, società
Stavo immaginando questo scenario: io sul divano a guardare un bel film con una ragazza, ad un certo punto mi giro e mi accorgo che si è addormentata.
Qualcuno potrebbe pensare ad una serata noiosa e alla propria incapacità di renderla interessante. Per me, invece, è una bellissima scena: non è facile addormentarsi vicino ad una persona, ci deve essere almeno fiducia se non qualcosa di più... a meno che non si sia molto ma molto stanchi non è possibile addormentarsi accanto ad una persona con la quale non si abbia un rapporto, per così dire, speciale.
Mi piacerebbe molto se una ragazza si addormentasse accanto a me su un divano.
NOW ON AIR: "She's so high above me" Tal Bachman
Pubblicato da MaxParsifal alle 22:54 3 commenti
Etichette: me, riflessioni
Anch'io ci sono caduto e ho generato il mio "avatar" ed ora lo pubblico.
Mi hanno detto che sembro io... più vecchio.
Per chi volesse provare, ecco il link: FaceYourManga.
NOW ON AIR: "Un uomo in smart" Gnometto Band
Pubblicato da MaxParsifal alle 22:36 4 commenti
Etichette: me
Altro libro, altra delusione.
Ho letto il secondo capitolo della saga di Lucky Starr, "Lucky Starr e i pirati degli asteroidi", e l'ho trovata una pallida imitazione del primo, tanto da pensare che probabilmente l'unico punto forte del capostipite della serie fosse soltanto la novità e nient'altro. Ancora troviamo il buono che se la cava sempre, il compagno di avventure un po' più sfigato, un po' più basso, un po' più grasso,... poi c'è lo scagnozzo attaccabrighe, il cattivo che sembra contare e poi si scopre non conta niente o quasi, l'insospettabile burattinaio che si nasconde dietro le quinte, talmente insospettabile che appena appare sulla scena già cominci a sentire puzza di bruciato. Tutti questi personaggi conditi da intrighi interstellari scoperti non si sa bene come: arrivi alla fine e il protagonista ha capito tutto, al limite della preveggenza, naturalmente non ci sono prove, a parte la confessione del cattivo che, trovandosi "alle strette", non può far altro che confessare.
Spero vivamente che il prossimo episodio della serie "Lucky Starr" sia caratterizzato da qualche elemento innovativo, per il momento però passerò a letture di altro genere, mi sento in vena di romanzo storico.
NOW ON AIR: "How soon is now" The Smiths
Pubblicato da MaxParsifal alle 23:04 0 commenti
Etichette: Isaac Asimov, libri
La libertà di pensiero è l'unica che veramente conta.
Perchè io sono un essere umano e ciò che mi rende tale è prima di tutto la mia mente e quindi il mio pensiero.
Se io modificassi i miei connottati nessuno mi riconoscerebbe, ma sarei sempre MaxParsifal; se io avessi pensieri differenti, invece, non sarei più MaxParsifal, sarei un altro essere umano, anche con la stessa faccia.
Questo per me è molto importante: la mente è ciò che ci rende unici e se non fossimo unici, se ci potessero essere due persone perfettamente identiche, quale valore potrebbe avere uno qualsiasi di quei due individui rispetto all'altro? Secondo me, nessuno. Se perdi un portachiavi che ti piace molto, ne ricompri uno uguale e sarà esattamente come quello vecchio: con le persone, purtroppo o per fortuna, non è così e io sono contento che non lo sia, perchè altrimenti la vita avrebbe ancora meno senso di quello che ha. In realtà, anche ricomprando un portachiavi esattamente identico, non sarebbe la stessa cosa, ma questo perchè tu sapresti che non è lo stesso, quindi ancora una volta rispunta la centralità dell'individuo che con i suoi ricordi ed i suoi pensieri dona, e si dona, senso alle cose.
Per questo la libertà di pensiero deve essere centrale e fondamentale nella vita. Le altre libertà si possono guadagnare attraverso quella di pensiero se proprio le si vuole, l'importante è imparare a capire cosa si vuole veramente. Io spesso sogno un mondo di persone che siano talmente forti mentalmente e talmente razionali da non farsi plagiare, da non farsi convincere: se i pensieri sono così importanti, permettere a qualcun altro di scrivere i tuoi pensieri significa vivere un po' meno, significa rinunciare a vivere la nostra vita e prendere in prestito quella di qualcun altro, per non parlare di quando paghiamo per vivere la vita degli altri. La vita di quelli che ci dicono che dobbiamo avere un automobile per vivere, che dobbiamo comunque comprare la benzina anche se costa 3 euro al litro; la vita di quelli che ci dicono che siamo più felici con un certo paio di occhiali da sole, con i nuovi pantaloni firmati o con le scarpe che hanno quattro bande orizzontali invece che tre cerchi allineati.
Se quello che siamo è ciò che pensiamo, come io credo, non pensare significa rinunciare a vivere la propria vita... non capisco come facciano le persone a non capirlo.
NOW ON AIR: "Faint" Linkin Park
Pubblicato da MaxParsifal alle 23:55 0 commenti
Etichette: riflessioni, società
Ho letto "La svastica sul Sole" di Philip K. Dick, un libro che mi ha regalato mio fratello conoscendo il mio innamoramento per questo autore.
E' difficile per me esprimere un giudizio e per farla breve dirò subito che non mi è piaciuta la fine del racconto: senza anticipare nulla della conclusione voglio dire che comunque mi ha lasciato un senso di insoddisfazione, la sensazione di aver letto un libro incompiuto.
L'autore parte da una grande idea, a mio avviso, immaginare il mondo, in particolare gli Stati Uniti, dopo la vittoria del secondo conflitto mondiale da parte delle forze dell'Asse: Germania e Giappone si spartiscono il pianeta, con l'Italia sempre a fare la sua parte marginale, colonizzando e modificando il modo di vivere delle nazioni sottoposte al rispettivo controllo. Gli Stati Uniti spezzati a metà, ad Ovest i giapponesi e ad Est i tedeschi, famiglie spezzate in un modo o nell'altro, rapporti diplomatici difficili tra due popoli alleati in guerra ma tanto distanti in quanto a cultura.
Le storie di diverse persone si intrecciano e si rincorrono: è un libro "corale", non c'è un vero è proprio protagonista ma tanti, che permettono all'autore di descrivere tanti diversi aspetti del mondo che vuole raccontare. Tante persone ed un libro, un libro proibito nell'area di dominio tedesco e formalmente bandito anche dai giapponesi ma sostanzialmente tollerato: un libro, scritto da un certo Hawthorne Abendsen, che descrive come sarebbe stato il mondo se la seconda guerra mondiale fosse stata vinta dagli Alleati. Idea geniale.
"La svastica sul Sole" è un libro di oltre 300 pagine, ma l'ho letto con estrema velocità, strano per me che sono molto lento a leggere, l'ho divorato perchè è molto scorrevole, molto ben scritto e perchè è uno dei libri più belli che io abbia mai letto. Probabilmente se la conclusione delle vicende raccontate non mi fosse risultata deludente l'avrei considerato il migliore libro tra tutti quelli letti o al massimo il secondo nella mia personale classifica.
Purtroppo l'ultimo capitolo ha rovinato un po' questo sogno, non mi sento però di sconsigliarlo, anzi inviterei altre persone a leggerlo per spingerle a trovare una bellezza nascosta che, magari, io non sono riuscito a scovare, anche nel finale.
Nessun libro letto rappresenta tempo perso, neanche quelli che non ci piacciono, perchè da ogni libro possiamo imparare qualcosa, ad esempio possiamo cercare di capire perchè un libro non ci è piaciuto, ogni libro che non ci piace ci insegna ad apprezzare ancora di più quelli che ci sono piaciuti, ogni libro che non ci è piaciuto ci aiutare a capire perchè un altro ci è piaciuto tanto. Lo stesso vale per libri come questo che in parte mi è piaciuto ed in parte no.
NOW ON AIR: "Struggle for pleasure" Wim Mertens
Pubblicato da MaxParsifal alle 23:43 1 commenti
Etichette: libri, Philip K. Dick
Finalmente ho ritrovato una citazione che mi era piaciuta molto e che mi ero appuntato, ma non ricordavo dove; eccola:
Intervistatore: "Sembra che lei abbia una visione tragica della vita."
Truman Capote: "Quale persona intelligente non ce l'ha?"
Pubblicato da MaxParsifal alle 19:44 3 commenti
Etichette: citazioni
In questo momento "Collide" di Howie Day è sicuramente la mia canzone preferita.
Non posso includere il video nel post perchè il suddetto autore non lo permette, ma inserisco il collegamento alla corrispondente pagina di YouTube: Collide.
Si, lo so che fa molto telefilm per adolescienti rincretiniti davanti alla tv, ma a me piace lo stesso, daltr'onde... non è bello ciò che bello, ma è bello ciò che piace.
Buon ascolto.
NOW ON AIR: "Collide" Howie Day
Pubblicato da MaxParsifal alle 00:07 0 commenti
Etichette: musica
Io penso che la libertà nasca da dentro, non te la può dare nessuno, se non te la prendi non c'è l'hai. Anche questo intendo quando dico o scrivo che i diritti non esistono e non devono esistere.
Un diritto concesso "dall'alto" o dall'esterno non potrà mai essere una conquista di libertà, non è niente più che una concessione: qualcosa, una garanzia, una legge scritta su carta, per quanto sia "importante" il libro su cui è scritta, rappresenta esattamente il contrario di quello che io chiamo libertà.
La libertà di pensiero chi te la può dare se non tu stesso? E una volta che hai conquistato la libertà di pensiero, mi spieghi come può un qualsiasi uomo togliertela se non sei tu che, consapevolamente o meno, vuoi rinunciarci?
NOW ON AIR: "Collide" Howie Day
Pubblicato da MaxParsifal alle 23:35 1 commenti
Etichette: riflessioni
"Il sentimento più antico e radicato nel genere umano è la paura, e la paura più antica è quella dell'Ignoto. Questi assunti vengono posti in discussione da ben pochi psicologi, e la loro conclamata verità stabilisce in qualsiasi tempo la genuinità e dignità del racconto Soprannaturale e Orrorifico come forma letteraria."
Così inizia il saggio di H.P. Lovecraft intitolato "L'orrore soprannaturale nella letteratura", incluso come appendice nel volume "Storie del Ciclo di Cthulhu: Il mito - Tomo II". Ho letto sia il primo che il secondo tomo, completando così l'intera raccolta pubblicata da Newton&Compton, apprezzando notevolmente il genio di questo autore: un incredibile genio creatore di una mitologia completamente originale.
Ritengo che ci siano due tipi di grandi scrittori, quelli che guardano alla realtà e riescono a descriverla con incredibile passione in modo da generare empatia e compenetrazione tra lettore e personaggi, e quelli che partendo dal nostro mondo riescono a crearne uno nuovo, parallelo o meno, dotato comunque di una coerenza ed una consistenza surreale e sconvolgente.
H.P. Lovecraft appartiene sicuramente alla seconda schiera, insieme ad altri grandi della letteratura fantastica, fantascientifica ed orrorifica, penso a Philip K. Dick, Frank Herbert, J.R.R. Tolkien, Edgar A. Poe, solo per citarne alcuni. Lovecraft è sicuramente più un autore dell'orrore, ma non mancano, in particolare nei racconti del ciclo di Cthulhu, componenti fantascientifiche: in fondo cosa c'è di più ignoto dell'illimitato spazio interstellare inesplorato.
Mondi lontanissimi da cui esseri più o meno intelligenti e culturalmente avanzati potrebbero giungere in qualsiasi momento dall'ignoto che si cela oltre la nostra cara stella Sole. E se alcuni di questi esseri fossero giunti già milioni di anni fa sul nostro pianeta? E se esplorazioni avventurose di zone della Terra ancora non raggiunte dall'uomo (Lovecraft è vissuto nei primi del 1900) potessero rivelare tracce nascoste di civiltà extraterrestri scomparse e al contempo narrare gli eventi che portarono tali esseri a raggiungere il nostro pianeta ed il loro legame con eventi misteriosi della storia della Terra e delle più antiche civiltà umane?
Tutto questo e anche di più nei diversi racconti del ciclo di Cthulhu, una raccolta da non perdere per tutti gli amanti del fanta-horror e, secondo me, dell'esplorazione della mente umana. La paura fa parte della nostra vita, la paura è vita, noi esseri umani spesso abbiamo desiderio di vita, ma in qualsiasi caso, anche quando manca tale desiderio, portiamo sempre con noi la paura di morire: spesso è questa a salvarci la vita, prima che il desiderio di vivere.
I racconti di Lovecraft non mi hanno messo alcuna paura, ma non credo che fosse quello l'intento dell'autore: penso che il suo scopo fosse quello di descrivere scenari e condizioni di paura, e in questo direi che è riuscito bene.
In sostanza, anche se i miei racconti preferiti riguardano le storie dell'orrore puro, quelle dell'onirico e del fantastico, sono contento di aver letto anche questi racconti e alcuni li ho apprezzati in modo particolare per l'inquietudine che riescono a trasmettere al lettore, o almeno per l'inquietudine che sono riusciti a trasmettere a me. Non credo che questo scrittore possa piacere particolarmente agli amanti di Poe, nonostante lo stesso Lovecraft fosse un amante di questo autore, ma rappresenta una possibilità per chi cerca qualcosa di diverso sempre nell'ambito della "letteratura soprannaturale", come la chiama lo stesso Howard Phillips Lovecraft.
NOW ON AIR: "Struggle for pleasure" Wim Mertens
Pubblicato da MaxParsifal alle 23:18 0 commenti
Etichette: citazioni, H.P. Lovecraft, libri, riflessioni
Se diventare adulto significa dover diventare ipocrita e falso, rinunciare ad essere libero ed individuo, rinunciare ad essere me stesso... allora preferisco rimanere bambino per sempre.
Possibile che diventare adulto debba necessariamente significare rinunciare? Rinunciare ai sogni e alle speranze, anche per quei fortunati che ne hanno.
Secondo me questo non significa diventare adulto, questo significa rassegnarsi a fare quello che qualcuno ci dice che dobbiamo fare e smettere di pensare con la propria testa, se mai la si è usata, la testa.
La mia mente è l'unica cosa nell'intero Universo che è veramente mia e solamente mia, spero di non ingannarmi dicendo questo, e non voglio rinunciarvi. Nella vita le cose passano, le persone, gli amici, i posti, anch'essi passano e se ne vanno... in ogni posto ed in ogni tempo solo io rimango, sono l'unica invariante della mia vita e questo vorrà anche dire qualcosa. Gli eventi, le persone, le cose, contribuiscono a cambiare la mia mente, nel bene o nel male, e quindi è naturale che risultino essere importanti nel bilancio di una vita, ma senza la mia mente non esisterebbero, per me, perciò non posso fare a meno di essere convinto che la mia mente sia più importante di qualsiasi evento, persona o cosa della vita. E non vedo come un qualsiasi essere possa non pensare esattamente la stessa cosa di se stesso e della propria mente.
NOW ON AIR: "Learn to fly" Foo Fighters
Pubblicato da MaxParsifal alle 22:13 0 commenti
Etichette: fastidio, me, riflessioni, società
E' più pericoloso un uomo molto stupido oppure uno molto intelligente?
Se provo ad immaginare solo alcune delle cose terribili che l'uno o l'altro potrebbero creare o alcuni degli eventi che sia l'uno che l'altro potrebbero originare con le loro azioni... rimango atterrito e senza fiato. Non so proprio scegliere tra due mali estremi.
NOW ON AIR: "Alice" Cocteau Twins
Pubblicato da MaxParsifal alle 22:04 1 commenti
Etichette: riflessioni, società
Ho finito di leggere "Racconti del grottesco" di Edgar Alan Poe e mi sento decisamente deluso. L'ho trovato veramente poco interessante, poco dopo aver iniziato un nuovo racconto non vedevo l'ora che finisse... ma solo per poter passare a quello successivo sperando che fosse più interessante. Sicuramente alcuni passaggi potevano essere considerati divertenti per l'epoca in cui sono stati concepiti e scritti, ma oggi, a me, sicuramente non fanno ridere e non danno neanche nessun gusto nel leggerli.
Per quanto riguarda il grottesco in senso più ampio, di assurdità, di sproporzione, di paradossale ho trovato comunque ben poco di interessante e di, in qualche modo, appassionante. Forse mi ero creato troppe aspettative positive dopo la lettura dei "Racconti del terrore" che rispetto a questo volume sono di tutt'altro valore. Forse Poe era meno bravo a scrivere questo tipo di racconti o, più probabilmente, sono io che non sono "spiritualmente" portato, per non dire "intellettualmente", verso questo tipo di racconti, comunque quello che direi a chi mi chiedesse se leggere o meno questo volume direi: "se ti sono piaciuti i racconti del terrore lascia stare quelli del grottesco e leggi qualcos'altro".
Una nota positiva però c'è: sono i due racconti che si trovano al termine del volume e che, secondo me, con il grottesco c'entrano poco. Sono inclusi in un'appendice intitolata "Il paesaggio" e sono "Il diario di Julius Rodman" e "Le terre di Arnheim", due racconti che ho trovato particolarmente interessanti e non credo soltanto per contrasto con quelli precedenti.
Il primo è il racconto di una compagnia di uomini che si forma e che intraprende un viaggio avventuroso tra la natura ancora poco esplorata dell'America del Nord da poco colonizzata, con descrizioni approfondite e a volte particolarmente suggestive dei luoghi visitati. Un racconto che mi ha fatto affiorare alla mente tante belle immagini di un film che io adoro, "L'ultimo dei mohicani", e che ne ha fatte nascere tante altre. Peccato che sia un racconto incompleto, mi è dispiaciuto non sapere come sono finite le avventure dei miei amici.
Il secondo, invece, contiene prima di tutto la descrizione di un uomo, il signor Ellison, che se fosse reale mi piacerebbe molto conoscere, e poi delle notevoli descrizioni paesaggistiche per cui ho ammirato profondamente le capacità di comunicazione di Poe.
Il mio consiglio è questo: fatevelo prestare, cominciate a leggerlo e se non vi piace saltate direttamente agli ultimi due racconti che ho così brevemente descritto. Se, invece, vi piacciono anche i racconti del grottesco tanto meglio.
Cito un pensiero che mi è piaciuto molto, contenuto nel racconto "Non bisogna scommetere la testa col diavolo":
"Le cose di cui non riesco a rendermi conto mi disgustano. Esse costringono un uomo a pensare e perciò ne danneggiano la salute."Non sono d'accordo con la prima frase, ma condivido perfettamente la seconda.
Pubblicato da MaxParsifal alle 22:04 0 commenti
Etichette: citazioni, Edgar Allan Poe, libri
Sarò semplice e diretto, esprimendo il mio attuale stato emotivo citando dall'agenda di Murphy 08 di mio fratello:
Legge di Junior:I computer commettono errori estremamente veloci ed accurati.
Pubblicato da MaxParsifal alle 00:36 0 commenti
Etichette: citazioni, informatica, me
Ho finito di leggere "Lucky Starr il vagabondo dello spazio" di Isaac Asimov e l'ho trovata un'ottima lettura.
Un'ottima lettura di disimpegno, tra un testo di ingegneria del software (colpa dell'università) ed un saggio filosofico (colpa mia). Non leggero ma "snello", in un certo senso diritto allo scopo, senza fronzoli: "voglio raccontarti una storia di una persona" sembra dire implicitamente l'autore.
Non è una storia tipicamente fantascientifica, in quanto di fantascientifico ha principalmente l'ambientazione: un futuro lontano in cui gli uomini abitano anche altri pianeti (e satelliti) del Sistema Solare oltre alla Terra. A parte questo e poco altro, che non svelo per rispetto di chi vuole leggerlo o vorrà farlo, "Lucky Starr il vagabondo dello spazio" è la storia di un uomo che trova la sua strada nella vita e, ironia della sorte, trova la strada diventando un "vagabondo dello spazio".
Sembrerebbe un controsenso ma lo è veramente? Io penso che un uomo trovi la sua strada quando diventa consapevole della destinazione che vuole raggiungere: il percorso per raggiungere tale destinazione dipende da troppe cose per essere individuato. Soltanto una volta giunti a destinazione possiamo guardare indietro e vedere quale è stato il persorso che ci ha permesso di arrivare dove volevamo o dovevamo, fino a quel momento siamo tutti vagabondi, quelli che hanno già scelto una destinazione e quelli che ancora devono farlo.
A parte questa mia personalissima riflessione pseudo-esistenziale, il libro è costituito di circa 150 pagine di piacevole lettura che sono passate in velocità anche per me che sono un lettore molto lento.
Consiglio di provarlo e, in caso piacesse, provare a proseguire con la saga di Lucky Starr leggendo gli altri libri della serie, a partire dal seguito diretto, "Lucky Starr e i pirati degli asteroidi", come io farò sicuramente.
Buona lettura.
NOW ON AIR: "Ask" The Smiths
Pubblicato da MaxParsifal alle 12:30 2 commenti
Etichette: Isaac Asimov, libri
C'è troppo caos intorno a me, caos per niente calmo.
Troppe cose che devo fare.
Troppe cose che vorrei dire.
Troppe cose che vorrei scrivere.
Il tempo e le energie sembrano non bastare.
Prometto che torno presto.
NON DIMENTICATEMI!!!
Pubblicato da MaxParsifal alle 06:02 3 commenti
Qualcuno mi ha chiesto cosa proporrei io se fossi candidato ed ecco la risposta:
Pubblicato da MaxParsifal alle 15:45 4 commenti
Etichette: politica, riflessioni, società
Stasera ho seguito, o meglio ho cercato di seguire i discorsi dei due principali candidati alle prossime elezioni: Veltroni su RaiUno (Tv7) e Berlusconi su Canale5 (Matrix).
Devo dire che sono stato illuminato, ho finalmente capito. Hanno ragione entrambi, ora devo solo trovare il modo di votarli tutti e due alle prossime elezioni.
E' geniale il modo in cui in Italia vengono condotte le campagne elettorali (spero che in paesi più civili non accadano le stesse cose): basta che pensi alle prime cose belle che ti vengono in mente e le proponi come idee innovative indipendentemente da quello che vorrai fare realmente, poi pensi un po' di cose brutte e le additi come cose da eliminare.
Faccio una prova anch'io, vediamo cosa viene fuori, di getto voglio dare vita ad un programma elettorale innovativo e convincente:
1) abbassamento delle tasse per i lavoratori;
2) abbassamento delle tasse per i datori di lavoro;
3) lotta alla evasione fiscale;
4) stipendi più alti;
5) minore spesa pubblica;
6) pensioni più alte per tutti i pensionati;
7) affitti meno cari;
8) più innovazione;
9) più crescita;
10) più sicurezza per tutti;
11) meno immondizia;
12) provvedimenti per calmierare i prezzi dei prodotti alimentari.
Ah già, siamo in Italia, quindi aggiungerei anche tre che non fanno certo male:
13) più calcio per tutti, calcio più sicuro, portiamo le famiglie allo stadio;
14) più vagina per tutti, non ce n'è mai abbastanza;
15) liberalizzazione delle droghe leggere.
Direi che più o meno è tutto, più o meno ho ripercorso tutto il libro del populismo, con qualche pagina di quello della pedagogia e tante righe tratte dal vocabolario delle prese per il sedere.
Indipendentemente dall'ambito politico io sono convinto che non ci si possa fidare delle parole, ma anche se ci fosse da fidarsi, le cose che dicono sono talemente stupide, scontate e banali che non potrei scegliere uno qualsiasi degli schieramenti che si prospettano per le prossime elezioni.
Quanto ai fatti abbiamo davanti agli occhi ancora i cinque anni di Berlusconi e noi romani abbiamo potuto vedere da vicino le conseguenze di tanti atti del super-sindaco Veltroni.
Come posso scegliere tra programmi elettorali che non hanno niente di propositivo ma tante belle parole che abbiamo sentito tante di quelle volte che ormai hanno perso qualsiasi significato?
Come posso scegliere tra persone che ci hanno mostrato spesso di saper soltanto fare i propri affari o quelli dei propri amici?
Come posso scegliere tra persone cui non affiderei neanche le cose della mia vita che tengo in minor conto?
Probabilmente c'è un'unica soluzione: candidarmi io stesso. Se ognuno di noi si candidasse per le elezioni, potremmo fare una salubre scelta di coscienza e votare ognuno per se stesso, almeno, in alcuni casi, le persone potrebbero votare per qualcuno di cui si fidano veramente.
Allora perchè non ti candidi? Semplice, sarei un pessimo governante (io lo ammetto), perchè delle persone non mi importa molto, sono un egocentrico, egoista, egomorfo inguaribile, quindi non credo sarei una buona guida per il paese, anche se probabilmente sarei milgiore di tanti tra quelli che nella prossima primavera verranno eletti nel nostro parlamento.
Viva l'Italia.
Viva gli Italiani.
Alla fine l'importante è che vinciamo gli europei di calcio e che i calciatori cantino l'inno.
NOW ON AIR: "From the inside" Linkin Park
Pubblicato da MaxParsifal alle 01:11 1 commenti
Etichette: fastidio, politica, riflessioni, società
Finalmente ho visto "Kill Bill" (11/01/08, nda). Bene, cosa dire? Anche se so che mi attirerò notevoli critiche, lo devo dire: uno dei film più brutti che io abbia mai visto.
L'ho trovato incredibilmente noioso, ho rischiato di addormentarmi guardandolo. Troppo sangue, soprattutto perchè inutile: c'è più sangue in "Kill Bill" che in un film di vampiri, ma in un film di vampiri tanto sangue avrebbe senso.
Arti marziali evidentemente scadenti e movimenti stile "Matrix" ingiustificati visto che non siamo in "Matrix".
Non capisco perchè uno che esce da un coma di quattro anni debba darsi da fare per "uscire dall'entropia". Non capisco perchè una che esce da un coma di quattro anni si ritrova con i muscoli perfettamente funzionanti dalla vita in su e completamente atrofizzati dalla vita in giù.
Una donna evidentemente priva di qualsiasi muscolatura come Uma Thurman come fa a compiere salti e capriole come quelli che si vedono nel film?
Se questo è un capolavoro, come l'ho sentito definire, allora sono convinto dobbiamo porre al livello di capolavoro anche tutti i film di Bruce Lee e tutti quelli con Tomas Millian, in particolare "Delitto al ristorante cinese".
La storia poteva anche essere carina, forse anche bella, se raccontata da un altro regista, un regista bravo, un regista a cui interessa raccontare una storia, non un pazzo visionario come Quentin Tarantino. Nella storia del cinema e dell'arte ci sono tanti visionari, ma Quentin è pazzo, uno sciroccato.
Per concludere vorrei ribadire che, nonostante la bellezza sia una fatto soggettivo, nessuno sano di mente può dire che Uma Thurman è una bella donna.
Ho visto anche "Kill Bill vol.2" (15/01/08, nda). Bene, leggermente meglio del primo, ma comunque un film scadente. Talmente lento da fare invidia ad un film giapponese.
Tra le cose insopportabili la presenza di troppo "finto Zen".
Unica nota vagamente positiva, il monologo sui supereroi e Superman: niente di eccezionale ma rispetto al resto del film risalta come una piumasporca sul sedere di un pavone spelacchiato.
Dopo aver visto "Le iene", "Pulp fiction", "Kill Bill", "Hostel", credo che non vedrò più un film che abbia qualcosa a che fare con il caro Quentin.
NOW ON AIR: "On fire" Sebadoh
Pubblicato da MaxParsifal alle 00:44 2 commenti
Chiedo scusa in anticipo per questo post nel quale potrei non riuscire a trattenere la mia proverbiale intolleranza verso le persone idiote.
Voglio porre l'attenzione su una piaga che si sta diffondendo sempre più nella società: quella sempre più grande massa di gente che dice "non andiamo a votare così poi vediamo che fanno!".
Sono sempre rimasto sbalordito da affermazioni come queste, non avendo a mio avviso alcun senso logico. Questa volta mi sono deciso a farmi avanti e chiedere spiegazioni perchè, è raro, ma a volte sono io che non capisco delle cose che in realtà sono molto più semplici.
In effetti la cosa è molto più semplice di quello che pensavo: la gente è più stupida di quello che credevo ma soprattutto molto più ignorante. Chiedendo spiegazioni mi è stato detto, tra le tante cose: "eh eh, se convinci tante persone a non andare, non si raggiunge il quorum e le elezioni vanno a monte!".
Avrei voluto mettergli le mani al collo!!!
Gente come questa, e ne trovo sempre più spesso in giro, non dovrebbe avere il diritto di voto.
Che cacchio c'entra il quorum? Non c'è quorum alle elezioni politiche, anzi per essere precisi non c'è in nessuna elezione, il quorum c'è solo ai referendum.
Qualche altro, leggermente più informato, ma solo apparentemente, dice: "voglio vedere come fanno a raggiungere la maggioranza se la maggior parte degli italiani non va a votare.".
Come fanno? Non vedo dove sia il problema, visto che la maggioranza dei voti si calcola, come si evince dalla stessa frase, sul totale dei voti, non sul totale degli italiani. E' sin troppo semplice, se votano solo tre persone, per vincere le elezioni basta avere due voti.
Io capisco che per alcune menti tutto questo potrebbe essere eccessivamente complesso, capisco anche che per alcuni possa risultare noioso informarsi, ma non posso non provare fastidio, grande fastidio quando tali individui si lamentano perchè le cose vanno male e perchè i politici fanno i loro interessi: sono quasi autorizzati visto che gli italiani non fanno i propri interessi informandosi su quello che significa, ad esempio, votare o su quello che gli capita ogni giorno attorno.
Quindi, per chiudere, voglio ribadire:
1) alle elezioni non c'è alcun quorum, le elezioni sono valide comunque anche se votano in tre;
2) le elezioni vengono vinte da chi ottiene la maggioranza dei voti espressi, quindi anche le schede bianche non servono a niente.
Non andare a votare o votare scheda bianca, così come annullare la scheda, serve soltanto a tirarsi indietro, a dire "che scelgano gli altri, io me ne lavo le mani"; ai politici giustamente non gliene frega niente perchè noi non facciamo niente affinchè gliene possa importare qualcosa.
Se nessuno normale cittadino andrà a votare alle prossime elezioni succederà soltanto una cosa, che si voteranno tra di loro e decideranno veramente tutto loro questa volta: di certo i politici, i familiari dei politici, gli amici dei politici, i parenti dei politici non mancheranno certo di presentarsi alle urne e quei voti basteranno a loro per continuare a fare i loro comodi.
Detto questo, per come stanno le cose, io non andrò a votare, ma non per gli stupidi motivi che ho sentito professare in questi giorni, semplicemente perchè dovrei esprimere una preferenza che attualmente non ho: nessuno dei partiti e partitini che esistono ora mi ispirano fiducia o anche solo simpatia, spero di poter cambiare idea nelle prossime settimane ma sono molto dubbioso al riguardo.
NOW ON AIR: "If you don't, don't" Jimmy Eat World
Pubblicato da MaxParsifal alle 19:35 4 commenti
Alcuni pensano che non mi somigli per niente (anche altri oltre a Franciov), per questo posto un altra foto più recente, ma poi basta perchè non voglio inflazionare la mia immagine.
NOW ON AIR: "The sweetest thing" U2
Pubblicato da MaxParsifal alle 19:24 1 commenti
Etichette: me
A grande, quasi grandissima, richiesta, ecco a voi una mia foto.
Si, lo so, è un po' vecchiotta (circa 25 anni fa), ma sono comunque io.
NOTA: la foto è mia, il soggetto della foto sono io, sono pronto a giurarlo in tribunale, quindi spero che pubblicarla non violi alcuna legge di questo meraviglioso stato italiano. Lo so, sembra esagerato ma in tempi come questi non si può mai sapere.
NOW ON AIR: "When you're on top" The Wallflowers
Pubblicato da MaxParsifal alle 12:15 2 commenti
In occasione della scomparsa di questo giovane attore di Hollywood ho deciso di vedere un suo film che avevo intenzione di vedere da qualche tempo: Paradiso+Inferno.
Un film sicuramente drammatico, che mi ha emozionato più di quello che mi aspettavo. Non sono mai molto bravo a valutare le interpretazioni degli attori, ma quello che so è che sono riuscito a sorridere e a piangere, sono riuscito a commuovermi partecipando alle emozioni dei protagonisti e sperando che le cose andassero in un certo modo piuttosto che in un altro.
Certo il film è duro, sotto certi aspetti, ma nella vita c'è il bello e il brutto, c'è il facile ed il difficile, ci sono gli atti meritevoli e gli errori, c'è il paradiso e c'è l'inferno.
Una cosa devo sottolineare, quello che nel film viene presentato come paradiso io non lo vedo come tale, c'è l'amore ma c'è anche tanto male, c'è il tormento e la tragedia di vite che prendono una brutta strada.
Se non siete troppo giù di morale provate a vederlo: sconsigliato ai depressi.
NOW ON AIR: "Downfall" Trust Company
Pubblicato da MaxParsifal alle 17:19 1 commenti
Etichette: film
Abbiamo superato la barriera delle 2.000 visite, grazie mille a tutti quelli che hanno contribuito a tale successo.
Totale | Visite | Pagine viste | |||
|
|
| |||
|
|
| |||
|
|
|
Pubblicato da MaxParsifal alle 14:17 1 commenti
Etichette: me
Asili per tutti.
Scuole per tutti.
Università per tutti.
La quantità è più importante della qualità?
Nel nostro paese sicuramente si, è sempre così.
Spero che nel resto del mondo che consideriamo civile non sia così.
In Italia qualità e quantità sono inversamnte proporzionali e sono stanco ma non so cosa fare: più istruzione per tutti significa istruzione più scadente per tutti. Siamo tutti più ignoranti ma tutti allo stesso modo.
Non dico che l'istruzione e la cultura dovrebbero essere elitarie, tutt'altro dovrebbero essere a disposizione di tutti... di tutti quelli che se lo meritano e che dimostrano di essere portati per lo studio e l'apprendimento.
Dare "spazio a tutti" significa non aver sufficienti strutture per tutti, non avere un sufficiente numero di insegnanti preparati e capaci per tutti e soprattutto significa sminuire la scuola stessa e la sua importanza all'interno della società, nonche compromettere la spendbilità di un titolo di studio nel mondo del lavoro.
NOW ON AIR: "From the inside" Linkin Park
Pubblicato da MaxParsifal alle 16:19 5 commenti
Etichette: fastidio, riflessioni, società
Seguono i film più brutti che ho visto durante le feste. I commenti sono ridotti al minimo perchè mi piace riflettere molto sulle cose che mi piacciono, anche se spesso non riesco a comunicare tutto quello che scopro, ma poco su quello che, di pancia, a pelle, non mi piace, cerco di dimenticarlo e lasciarlo andare per dedicarmi a qualcosa di più interessante.
IO E ANNIE:
Un film di Woody Allen, che in origine doveva intitolarsi "Anniedonia" o qualcosa del genere, in riferimento all'anedonia. E' stato principalmente questo riferimento che mi ha spinto a vedere, per la prima volta in vita mia, un film di Woody: non posso farci niente, Woody non mi fa ridere, mi sono terribilmente annoiato.
Forse non era il miglior film con cui approcciarmi a questo "mito" del cinema ma non credo che la sua comicità potrebbe colpirmi in alcun caso. Da quel poco che ho visto credo che siano molto più apprezzabili gli ultimi film di Woody, ovvero quelli non-comici ("Match Point", "Scoop" e "Cassandra's Dream").
CRASH - CONTATTO FISICO:
Mi era stato presentato da chiunque come un film bellissimo: in televisione, alla radio, per strada, sulla metropolitana, all'università tutti ne parlavano molto ma molto bene.
Alla fine è risultato essere soltanto una prova in più a sostegno della teoria "non fidarti mai del gusto degli altri". Tanti pezzettini di tante vite messe insieme e buttate li sul video: storie toccanti? Come fanno ad essere toccanti se me le fai soltanto sfiorare, come posso provare compassione e compenetrarmi con i personaggi se di loro mi mostri solo pochi fuggevoli attimi, striminziti episodi di vite intrecciate?
IL DIAVOLO VESTE PRADA:
Un film scialbo: una storiella come tante ne abbiamo già viste nella storia del cinema, per di più con un finale scontato.
Un film che si salva solo per un'altra magistrale interpretazione di quella che si sta rivelando sempre di più una grandissima attrice, Meryl Streep (io l'ho trovata favolosa in "Prime").
UNDERWORLD EVOLUTION:
Colpa mia, come potevo aspettarmi che potesse essere un film interessante?
TORQUE - CIRCUITI DI FUOCO:
Ancora colpa mia. Posso dire che ho voluto vedere "Torque" perchè adoro le moto: bè in questo film le moto si vedono molto poco, o meglio molto meno di quello che uno si aspetterebbe da un film che si prospettava come un "Fast and furious" su due ruote.
BLADE II:
BLADE TRINITY:
Si, lo so, sono recidivo, non imparo proprio mai. A parte qualche bella canzone niente da dire su questi due film.
Forse si erano accordati sul fare uscire tre film ancora prima di cominciare a girare il primo, penso che solo così possano giustificarsi questi due inutili appendici alla storia di Blade.
L'unico pregio di "Blade Trinity" è la presenza nel cast di uno dei miei attori di telefilm preferiti: Dominic Purcell ("John Doe" e "Prison Break"), anche se in questo caso la sua interpretazione non sia delle migliori (certo non che nei telefilm sia tanto più bravo, ma probabilmente in tv i personaggi sono più studiati su di lui).
THE WEATHERMAN:
Pensavo fosse una commedia. Si, ogni tanto qualche risata scappa, ma in realtà è un film abbastanza amaro.
Non lo consiglio, non perchè sia proprio brutto ma perchè se avete due ore libere ci sono tante cose migliori da fare o tanti film più belli da vedere.
Comunque è veramente una soddisfazione sfilare davanti all'America davanti a Sponge Bob.
NOW ON AIR: "How soon is now" The Smiths
Pubblicato da MaxParsifal alle 16:01 2 commenti
Mi sono fidato di Serendipity e ho tentato...
Il risultato è stato un po' sconcertante...
Capirete da soli perchè...
Però ho deciso di trasformarlo in un giochino nascondendo il mio volto e dandovi la possibilità di immaginare quale volto può somigliare a tutti quelli suggeriti da MyHeritage...
Non so quanto funzioni realmente...
Spero poco, visto che sono stato associato ad un discreto numero di donne...
A parziale compensazione del mio orgoglio mascolino ferito, posso sempre pensare che si tratta di belle ragazze.
Non so chi sia Georges Brassens, non mi sento molto Harry Potter, so che Josie Maran è un gran bel pezzo di quel che abbiamo capito cosa (già vista in un "Need For Speed", se non sbaglio "Most Wanted"), anche Shakira non è proprio brutta, mi turba la somiglianza del 72% con la Ryoko che d'altronde non ho idea di chi sia. John Belushi non mi è mai piaciuto, gli altri non li commento nemmeno.
Ora vado a mangiare un chilo di gelato.
NOW ON AIR: "Don't stop believin'" Journey
Pubblicato da MaxParsifal alle 18:00 2 commenti
Etichette: me
Non so se purtroppo o per fortuna, comunque posso afferma senza tema di smentita di conoscere molto bene questi idioti.
Se seguite con assiduità ed attenzione il programma "L'Eredità" probabilmente avrete avuto l'occasione di vederli entrambi: ciao Luca e ciao Oscar.
(I cognomi sono stati omessi per questioni di privacy.)
NOW ON AIR: "Collide" Howie Day
Pubblicato da MaxParsifal alle 17:34 0 commenti
Etichette: amici, me, stupidaggini
Durante le vacanze natalizie ho "deciso di avere" diverso tempo libero e mi sono fatto una scorpacciata di film, almeno per i miei standard; questa è la prima puntata del mio personalissimo resoconto, prima parte in cui voglio presentare quelli che ho apprezzato di più.
ROMANZO CRIMINALE:
Un'impressione particolarmente positiva per questo film, nonostante la regia di Michele Placido. Mi sono piaciuti anche i protagonisti nonostante non li ritenga in generale dei bravi attori. Naturalmente se Scamarcio non ci fosse stato il film sarebbe stato lo stesso se non migliore. In particolare è stato "gustoso" avere una visione, seppure parzialmente romanzata, di fatti di cronaca importanti per l'Italia e per Roma precedenti, di poco, alla mia nascita.
Che io sappia il finale non corrisponde alla realtà dei fatti.
THE BREAKFAST CLUB:
Un film che "probabilmente" non è comunemente considerato un capolavoro ma a me è piaciuto molto, già dalla prima volta che l'ho visto (sono recidivo). La storia è molto semplice, l'argomento potremmo dire che è il disagio giovanile, anche se forse trattato con un po' di leggerezza, anche se non troppa. Per l'epoca il cast era favoloso, praticamente tutti i teen idol più in voga del momento più uno sfigato dell'epoca che alla fine però è stato quello che ha fatto più soldi di tutti (Anthony Michael Hall, per capirci il protagonista della serie TV "The dead zone"). Gli altri protagonisti sono Emilio Estevez (figlio di Martin Sheen e fratello di Charlie), Paul Gleason (visto in tanti film e telefilm e presto scopriro anche in quali), Molly Ringwald (protagonista di tanti film per teenager degli anni ottanta), Ally Sheedy (anche lei l'ho vista abbastanza spesso ma non ricordo dove). Probabilmente ho qualche problema, anzi sicuramente, ma ho pianto guardandolo... e ho ripianto rivedendolo.
Il tema principale è semplicemente favoloso, un capolavoro della musica mondiale, "Don't you (forget about me)" dei Simple Minds.
NOTA: nonostante negli anni 80 molti ragazzini fossero innamorati di Molly Ringwald (compreso il dottor John "JD" Dorian della serie "Scrubs"), io ho sempre preferito Ally Sheedy.
POLAR EXPRESS:
Un film per bambini? Anche, ma non solo. Certo non un capolavoro, ma un buon modo per passare una serata natalizia.
E basta.
UNDERWORLD:
BLADE:
Ogni film che guardo sui vampiri e/o sui licantropi racconta i rispettivi mondi in modo differente, mescolando le varie leggende in migliaia di modi diversi. Un po' d'azione, un po' di buona musica, un po' di arti marziali, vabbè comunque è qualcosa di nuovo (per me che non l'avevo visti) ma soprattutto un modo semplice per riposare la mente in un giorno di vacanza.
LA FEBBRE:
Nonostante la presenza di Fabio Volo l'ho trovato piacevole. Una bella storia, raccontata bene, con molti più spunti di riflessione di quelli che potrebbero apparire ad una visione poco attenta. Qualche sorriso divertito, qualche sorriso amaro, vicende che potrebbero benissimo essere realmente accadute, a qualcuno, ma non per questo banali o scontate.
Lo consiglio.
SERENDIPITY:
Naturalmente non posso negare che la spinta a registrare e poi vedere questo film (andato in onda ad un orario tipo le 2.00, se non sbaglio) è venuta dal titolo che coincide esattamente con il nome della visitatrice più assidua del mio blog. Che cos'è serendipity, alla fine ho capito che potrebbe tradursi come "fortunata circostanza". Il destino esiste? Non esiste? Guardando questo film è inevitabile giungere ad una risposta, scontata? Forse, ma non è stato affatto male vedere come si arriva al finale che chiunque si aspetterebbe da questa commedia romantica.
In questo film ho notato più che in altri la straordinaria somiglianza tra John Cusack e la sorella Joan (che fantasia con i nomi in quella famiglia), l'avrete sicuramente vista in "Toys" con Robin Williams, riproposto anche durante il recente periodo natalizio, ma soprattutto in "In&Out" al fianco del meraviglioso Kevin Kline.
THE WEDDING DATE:
Per continuare sul filone della leggerezza romantica mi sono sparato anche questo filmetto dal finale anch'esso scontatissimo ma comunque abbastanza simpatico. Un po' di battute da serie tv, un po' di sarcasmo e di ironia da commedia inglese e il film fila liscio fino al "vissero tutti felici e contenti".
Da serie tv anche alcuni interpreti tra i quali la protagonista Debra Messing (Will & Grace) e Jack Davenport ("Coupling" su MTV).
NOW ON AIR: "Honestly" Zwan
Pubblicato da MaxParsifal alle 17:26 4 commenti