sabato, giugno 18, 2011

Paradiso Perduto


"Paradiso perduto o Tempo perso?" Avrei voluto intitolare così questo post ma poi ho deciso di mantenere inalterato lo stile dei titoli che ho usato finora.
Credo si sia già capito che non mi è piaciuta granché questa lettura. Premetto che in questo libro ho voluto leggere solo quello che c'è scritto, non ho voluto leggere tra le righe, non l'ho voluto leggere come un'allegoria; so che ci sono alcune interpretazioni sul vero contenuto di questo testo, o almeno su parte di questo, ma tutte le interpretazioni sono per definizione opinabili e, quindi, prive di qualsivoglia validità oggettiva, di conseguenza non mi interessano.
Detto questo desidero schematizzare, per rendere più chiaro il mio punto di vista, alcune osservazioni che per me risultano cruciali circa il Paradiso perduto di John Milton:
1) nella versione originale (inglese) si tratta, secondo il mio gusto personale, di un ottimo poema per quanto riguarda la forma, mi hanno colpito in particolare la musicalità dei versi, il vocabolario ricercato e ho apprezzato l'assenza della ricerca forzata della rima;
2) nella versione italiana (mi riferisco all'edizione Mondadori con traduzione di Roberto Sanesi) ho apprezzato la scelta, ampiamente giustificata in coda all'opera, di rimanere estremamente fedele al testo originale, senza rielaborazioni volte al mantenimento della forma poetica dell'opera, ma sono rimasto molto deluso dalla qualità della traduzione che risulta a volte imprecisa, perdipiù sulle frasi più semplici piuttosto che su quelle più complesse, il seguente passo

[...] last the sire and his three sons
with their four wives; [...]
diventa
[...] per ultimo il vecchio e i tre figli
con quattro mogli ciascuno; [...]
c'è evidentemente qualcosa che non torna nel numero di mogli (da dove viene fuori quel "ciascuno" di troppo?);
3) nel contenuto sono rimasto estremamente deluso, si tratta in effetti di una rielaborazione non troppo fantasiosa di qualcosa che abbiamo sentito raccontare un milione di volte, soprattutto niente che si discosti molto (almeno in qualcosa di sostanziale) dall'originale biblico;
4) ci sono troppi riferimenti a luoghi e fatti da considerarsi moderni rispetto ai fatti narrati che trovo completamente fuori luogo;
5) capisco che sia stato scritto nel 17° secolo, ma lo trovo comunque troppo maschilista per i miei gusti, Eva è trattata evidentemente come un essere inferiore ad Adamo, addirittura incapace di comprendere e ragionare, e lei stessa si comporta e parla come se lo fosse, in ciò ritengo che la rielaborazione rimanga troppo legata all'originale biblico;
[...] il primo fine della Natura fu quello
di renderla inferiore in quelle facoltà di mente e interne
che sopra a tutte eccellono; e anche per quanto riguarda
le sue fattezze, lei assomiglia di meno all'immagine
di lui che ci creò, ed esprime di meno il carattere
del dominio che a noi venne dato sull'altre creature.
[...] Davanti a lei tutta la sapienza
più solenne si sgretola, e discorrendo con lei la saggezza
si perde in confuzione fino a sembrare presa da follia;
l'autorità e la ragione le cedono il passo, quasi fosse lei
di primaria importanza, e non creata dopo per motivi
particolari; [...]

6) Adamo sembra capire fin troppo bene la differenza tra bene e male anche prima di aver mangiato dell'albero della conoscenza e quindi cosa cambia veramente con tale gesto? Secondo me non torna che Adamo ed Eva comprendano che mangiare il frutto di quell'albero sia male (tra loro parlano esplicitamente di male), prima di tale gesto secondo me dovrebbero poter ragionare solo in base a ciò che gli è concesso e ciò che gli è proibito.
[...] questo tuo sogno stravagante
non può piacermi, generato dal male come temo; e tuttavia,
da dove questo male? In te, creatura pura, nessun male
può trovarsi annidato. [...]
Nella mente di dio o dell'uomo il male può andare e venire
senza che sia approvato, e pertanto non lascia
dietro di sé né macchia né rimprovero; [...]


In conclusione, secondo me, si tratta di un'opera che si regge esclusivamente sulla figura di Satana che non solo risulta quella più affascinante ma anche quella più credibile, al contrario di Adamo, Eva, Dio e suo Figlio, che invece sembrano delle macchiette ridicole. La parte più interessante risulta sicuramente il primo capitolo, in cui viene descritta la caduta dei ribelli.
Better to reign in hell than serve in heav'n.


Cercavo una rilettura originale, alternativa, possibilmente meno intrisa di stupida e cieca fede, ma non ho trovato nulla di tutto ciò e mi dispiace, mi sento di aver perso un bel po' del mio tempo.

NOTA: sembra essere in lavorazione un film hollywodiano (uscita prevista 2012, più probabilmente 2013) che prende spunto dall'opera; l'intenzione sembra quella di realizzare un film spettacolare (effetti speciali a megatonnellate) in cui al centro delle vicende ci sarà la battaglia tra gli angeli fedeli e quelli ribelli, quasi sicuramente non un film di sostanza ma d'intrattenimento delle masse (per capirci più simile a Transformers che a qualsiasi cosa che secondo voi sia di sostanza)... staremo a vedere.

Update 19/06/11: ho aggiunto delle citazioni che inizialmente avevo dimenticato di includere (ascoltando "Better to reign in hell" dei Cradle Of Filth).

NOW ON AIR: "Glycerine" Bush

venerdì, giugno 03, 2011

Un altro mondo


Un altro mondo è un film di Silvio Muccino, quello che aveva la "zeppola" e adesso sembra non averla più. Quando ho solo pensato di vedere un film di Silvio Muccino mi è venuta voglia di sputarmi in un occhio, ma ho persistito nel mio intento e dopo un po' di titubanza ieri l'ho finalmente visto.
Niente di eccezzionale, la storia è abbastanza banale, alquanto lineare, potrei dire già vista in diverse salse. Sul resto non mi pronuncio, di tecnica cinematografica io non capisco nulla, e non voglio capirci nulla. Dei film a me interessano due cose, la storia e le emozioni che mi fanno provare. Della storia ho già parlato, le emozioni invece sono state veramente forti: ho pianto parecchio guardando questo film, come non piangevo da parecchio tempo. In un mare di scene coerenti ma banali ci sono alcuni punti nevralgici del racconto in cui non sono riuscito a resistere al pianto accompagnato da quel fastidioso "groppo in gola" che io, sinceramente, amo tanto quanto odio, perché è una delle poche cose "che mi fa sentire vivo", come direste voi esseri umani.
Non ricordo come mi è nata l'idea di vedere questo film ma ora sono abbastanza contento di averlo fatto, ieri sera mi sentivo veramente a terra, perché quando subisco questi forti trasporti emotivi dopo mi sento sempre abbattuto, svuotato. Oggi mi sento un po' meglio, in un certo senso mi sento ricaricato emotivamente.
Se non avete niente di meglio da fare in questo ponte e avete già visto tutti i film che pensavate vi potessero piacere, potreste scoprire che questo film vi può dare qualcosa, ve lo auguro.

NOW ON AIR: "Hurdy gurdy man" Donovan