domenica, novembre 18, 2007

Video-strage in un liceo

Qualche giorno fa ho aperto un giornale di quelli gratuiti che vengono distribuiti nella mia città e leggendo distrattamente mi sono trovato davanti questo titolo: "Video-strage in un liceo".
A parte che il titolo è già sbagliato perchè dà l'idea che ci sia un video della strage, ma questo è un altro problema, concentriamoci sulla notizia, cito:

"Otto persone sono rimaste uccise in una sparatoria avvenuta in una scuola di Tuusula. In serata poi è morto anche il ragazzo di 18 anni, Pekka-Eric Avinen, che dopo aver seminato il terrore nella scuola si era sparato alla testa.
[...] il ragazzo responsabile della strage aveva messo su YouTube un video in cui annunciava un <massacro>, registrandosi con lo pseudonimo tedesco Sturmgeist89 (spirito della tempesta). Il riferimento alla scuola era esplicito già dal titolo. [...] Dopo aver ricevuto 125 mila contatti, il video era stato oscurato. [...] incitava alla guerra contro <le masse dalle menti deboli>.
[...] I ragazzi raccontano che il killer è sempre stato attratto dalle pistole e dalle <cose estreme>. Il pistolero faceva pratica in un poligono. Ammirava quelli che hanno sparato nelle scuole Usa [...] aveva un sito nel quale dichiarava di odiare la gente e l'umanità. Ha anche dichiarato di essere pronto a morire per seguire i suoi ideali. [...] dicono che era solitario e silenzioso."


Aggiungo io che nel filmato aveva una bellissima maglietta con su scritto "Humanity is overrated" (l'umanità è sopravvalutata); partendo da questo io vorrei dire che il tutto diventa ancora più insensato. Assurdo è pensare di uccidere, assurdo è pensare di essere una specie di angelo purificatore, assurdo è pensare che siano gli altri quelli dalle menti deboli, un atto come questo non dimostra certo una mente forte.
Dal mio punto di vista un po' estremista, ammirare qualcuno è sempre un segno di insoddisfazione personale, ma ammirare degli idioti come quelli che giocano con le vite degli altri è un chiaro segno di povertà mentale.
Sembra che odiasse gli esseri umani e, come recitava la sua maglietta, li ritenesse sopravvalutati, ma allora perchè darsi tanta pena? Perchè tanta fatica e tanta apparente attenzione nei loro confronti?
Rispetto alla mia vita gli acari sono insignificanti e mi comporto di conseguenza, non li considero per niente, così come non li accudisco, non mi do da fare per distruggerli. Quello che penso io è che dietro ad un atto di questo tipo ci sia astio, insoddisfazione, rabbia personale, forse anche vendetta: quanti esempi possiamo trovare nella storia di atti meschini ed idioti, ma in grado di placare un bisogno di miserrima natura, celati dietro grandi ideali o missioni dagli elevati o elevatissimi scopi?
Mi scuso per l'eccessivo cinismo ma a questo punto dico che avrei apprezzato di più la persona, comunque deplorando il gesto, se si fosse presentato come un vendicatore di se stesso, desideroso di liberarsi delle persone che, a suo dire, gli avevano "fatto del male".

NOW ON AIR: "Struggle for pleasure" Wim Mertens

venerdì, novembre 09, 2007

Suicidio a Ischia

Voglio evitare di essere superficiale quindi cercherò di evitare di dilungarmi eccessivamente con il rischio di perdere il filo ed il senso del discorso.
Andrò telegraficamente al punto cercando di non mettere troppa carne al fuoco.
Qualche giorno fa un ragazzo ad Ischia si è suicidato impiccandosi ad un albero: "Lo chiamavano secchione" dicono i giornali. Non può essere soltanto questo, o meglio, è questo ma detto così è troppo semplice: c'è di più, le vessazioni che un ragazzo studioso e un po' atipico può subire, e molto spesso subisce, nella scuola italiana, vanno oltre. Certo, viste da fuori, sono piccole cose, viste dal mondo di quelli che ormai "sono grandi" sono ragazzate, ma nel micro-cosmo di un adolescente sono dei massi sempre più grandi che cadono sulle spalle ancora deboli di ragazzi che alla fine non hanno un vero e proprio punto d'appoggio. Se vogliamo una tortura cinese, tante piccole goccioline che "ticchettano" sulla tua testa, mettendo a dura prova nervi, mente e spesso anche il corpo.
Gomme da masticare nei capellio sui vestiti, sgambetti, derisioni, maltrattamenti fisici, furti, isolamento, emarginazione sono solo i primi ingredienti che mi vengono in mente di situazioni come quella che probabilmente ha vissuto questo ragazzo.
Situazioni che come lui hanno vissuto altri e altri ancora vivono, sicuramente una minoranza rispetto alla popolazione scolastica italiana, ma seppure in minoranza non sono sempre essere umani questi ragazzi? e se l'immaturità degli adolescenti tipici non può essere curata, non dovrebbero pensarci quelli che dall'adolescenza sono usciti a proteggere chi viene costantemente e ripetutamente colpito? professori e genitori dove sono? nel milgiore dei casi sono degli incapaci (se sei incapace non è colpa tua), in altri fanno finta di niente, in entrambi i casi spesso gli stessi adulti da adolescenti erano esattamente come gli adolescenti che dovrebbero limitare e controllare e probabilmente ancora adesso non capiscono quanto male possono aver fatto quando è toccato a loro.
Parlo con amarezza perchè io ci sono passato, dalla parte del più debole, dalla parte del vessato e del maltrattato, e so quello che significa andare a letto sperando di non svegliarsi più per non dover più soffrire, so cosa significa provare rabbia nei confronti degli altri e sperare che siano loro a scomparire, so cosa significa cominciare a pensare che non possono essere sbagliati tutti gli altri e convincersi che sei tu ad essere sbagliato e provare rabbia verso te stesso per questo motivo, so cosa significa non capire cosa si è fatto di sbagliato per meritare di esser trattati male e perchè quelli da cui ti aspetteresti di essere protetto non fanno nulla per aiutarti e anzi a volte ti spingono ancor di più nella morsa del nemico.
Non so se sono stato più forte o solo più fortunato di altri, so che alla fine non mi sono ucciso e non ho ucciso nessuno (penso ai recenti fatti di Finlandia, ma quella è un'altra storia)... so che molto probabilmente è stata una fortuna, e sicuramente un bene, per me conoscere Shirin e, forse più tardi di quanto avrei potuto, conoscere meglio Valeria: grazie ad entrambe.

NOW ON AIR: "Too late" No Doubt

Il pensiero degli altri

Mi è capitato di rileggere una e-mail che ho scritto qualche tempo fa ad una mia amica, una e-mail a cui lei non ha mai risposto. Nella succitata io sottolineavo più volte come non mi importasse di quello che pensava la "gente", o comunque gli altri, riguardo la mia persona o le mie azioni... probabilmente per questo non mi ha mai risposto.
Ma ora rileggendola mi sono reso conto che non mi sono espresso bene: a tutti gli esseri umani coscienti importa, in un modo o nell'altro, di cosa pensano gli altri esseri umani. Quello che volevo dire era che non ero, così come non lo sono ora, disposto a modificare, nè consapevolmente nè inconsapevolmente, la mia vita solo perchè gli altri vivono in un'altra maniera o pensano che ci sia qualcosa di sbagliato nella mia vita. Devo essere soltanto io a decidere, in autonomia e in armonia con me stesso, come voglio vivere la mia vita, d'altronde la vita è una questione di scelte e poco più.
Questo però non significa che non mi interessa cosa pensano gli altri di me: le idee e le opinioni della maggior parte delle persone sono opinabili e spesso banali, ma questo non c'entra con il fatto che a volte mi piacerebbe sapere cosa ne pensa di me, di come vivo, di quello che faccio o non faccio, di come la penso, un'amica o un amico.
Allo stesso modo mi piacerebbe sapere se una persona mi è grata per qualcosa che ho fatto o se mi porta rancore, se mi vuole bene o non mi sopporta, se mi rispetta per qualche motivo o mi disprezza: tutte queste cose ci dicono di più su di noi, sulle nostre personalità e ci possono far capire molto della nostra mente e della nostra vita, oltre che quella degli altri.
Concludo dicendo che sebbene spesso il voler sapere cosa gli altri pensano di noi viene considerato un difetto, un segno di insicurezza, io ritengo che, invece, possa essere un segno importante di curiosità e di desiderio di conoscere meglio se stessi e le persone che ci stanno intorno: di solito una persona insicura non chiede esplicitamente agli altri di esprimersi su sè stesso, ma cerca strade impervie e nascoste per raggiungere le informazioni che brama. Ci vuole coraggio per chiedere e ancora di più per chiedere un giudizio su di sè e solitamente chi è insicuro non ha coraggio, probabilmente non questo tipo di coraggio.

Grazie Valeria.

NOW ON AIR: "Where'd you go" Fort Minor