martedì, marzo 31, 2009

Alla faccia della Crisi: più porno per tutti

È proprio il caso di dire "Alla faccia della crisi".

(Il seguente post contiene cifre "non confermate ufficialmente", faccio riferimento a diversi interventi pubblicati in rete e, in particolare, a questo articolo di Repubblica)

Non ho ancora trovato conferma di questi dati da nessuna parte, ma sembrerebbe che ogni giorno vengano comprati, in media, circa 200.000 (duecentomila) film porno sulla tv digitale satellitare in pay-per-view. Sembrerebbe anche (non ho fonti dirette da consultare) che ognuno di tali acquisti comporti una spesa di 10 euro.
Sorvoliamo sullo squallore della questione e anche sulla questione morale: della questione morale non me ne importa proprio niente, mentre sul cosa uno debba farci con i film porno sono solo affari suoi, anche se non vedo nessun buon motivo per vedere un film porno.
Mi vorrei concentrare sull'aspetto puramente economico, ovvero su quei 2 MLN (10x200.000) di euro che ogni giorno vanno "in fumo". Mi rifiuto categoricamente di pensare che questi numeri spaventino soltanto me e voglio ribadire che non c'è alcuna componente morale nel mio disappunto: non importa che siano film porno, anche se fossero cartoni animati per bambini inorridirei comunque, sarebbero comunque 2 milioni di euro letteralmente buttati. Sono buttatti perchè in cambio non ne otteniamo niente di utile, niente di importante, sono soldi spesi per comprare qualcosa che non ci è affatto necessario, anzi qualcosa che potrei definire completamente superfluo, che si tratti di porno, cartoni animati o telefilm non importa.
Il disappunto va oltre quello che provo nei confronti dei soldi spesi per alcol, droghe e tabacco perchè almeno nell'utilizzo di questi prodotti c'è una componente fortemente fisica e, perdipiù, sociale che naturalmente comporta una sorta di necessità psico-fisiologica.

C'è in giro chi dice che il modo migliore per combattere la Crisi è quello di continuare a spendere come abbiamo fatto sempre, affermazione che sicuramente, dal punto di vista economico, ha il suo senso. Ma da un punto di vista un po' meno materialista penso che dovremmo approfittare della Crisi per riflettere e pensare, riflettere, imparare, non a spendere necessariamente meno, ma almeno a spendere in modo più intelligente, più utile, più ragionato e, perchè no, anche più razionale. Cerchiamo di essere meno animali, meno massa, meno inconsapevoli nello spendere i nostri soldi, troppi spesso dicono che i soldi non crescono sugli alberi, ma poi si comportano come se ognuno di noi ne avesse una riserva infinita nel materasso... ormai nel materasso scarseggia anche la lana, ma consoliamoci con le nostre auto, i nostri abiti di marca e soprattutto con l'alcol che ci scorre nelle vene.

NOW ON AIR: "Crawling in the dark" Hoobastank

giovedì, marzo 26, 2009

Problema casa

Mi si dia pure del nazista, non mi importa, ma, a mio avviso, se in Italia non ci sono abbastanza abitazioni per tutti non è perchè ci sono poche case, piuttosto perchè ci sono troppe persone.

Sempre che sia vero quello che ci dicono: sarà vero che non ci sono abbastanza case per tutti?
Boh.

NOW ON AIR: "Wonderwall" Oasis

lunedì, marzo 23, 2009

Ancora sull'uscire da Facebook

Grazie alle statistiche fornitemi da ShinyStat per questo blog ho visto che uno dei temi che più spesso porta gli utenti a leggerne le pagine è la tanto agognata uscita da Facebook.

Allora proviamo a dare una risposta definitiva a questa domanda: "Si può uscire da Facebbok?"

La risposta è sempre la solita: dipende. Dipende da cosa si intenda per "uscire".
Gli sviluppatori di Facebook hanno infatti previsto la funzione "Disattiva account", accedibile dalla pagina delle impostazioni del proprio account. La disattivazione però non equivale ad una cancellazione: il vostro account e quindi le vostre informazioni saranno ancora tutte memorizzate nei sistemi del signor Facebook, ma nessuno potrà più trovarvi utilizzando la funzione "Trova" mentre i vostri "amici" non troveranno più il vostro nome e la vostra foto nella loro losta di amici.
Se però vi siete iscritti ad uno di quei giochi in cui si devono formare delle bande o dei clan invitando persone che conoscete, il vostro nome e le vostre statistiche saranno ancora visibili (la vostra foto invece scomparirà anche da lì).

Tutte le informazioni relative al vostro account, descrizione del profilo, le foto caricate, le iscrizioni a gruppi o a pagine rimangono permanentemente memorizzate nei server di Facebook anche se rimangono inaccedibili agli altri utenti del sito. Tanto che, se qualche mese dopo aver disattivato il vostro account tornate a fare il login sulla pagina principale di Facebook, il sistema recupererà il più velocemente possibile le vostre informazioni e vi permetterà di accedere come se non aveste mai disattivato l'account, inviandovi una email di bentornato.

Anche se a qualcuno può non piacere un tal comportamento è tutto scritto nel contratto di "Condizioni di accettazione del servizio" ma dubito che molti abbiano letto tale documento prima di iscriversi a Facebook: io non l'ho fatto, ma sinceramente dubito che avrei interpretato il testo delle condizioni in questo senso.

Pubblicando Contenuti dell’utente sul Sito, concedi automaticamente l’autorizzazione e la garanzia di disporre del diritto a fornire alla Società l’autorizzazione irrevocabile, perpetua, non esclusiva, trasferibile, totalmente acquistata e valida in tutto il mondo (con il diritto di concedere sotto-licenze) ad utilizzare, copiare, eseguire ed esporre in pubblico, riformattare, tradurre, estrarre (integralmente o parzialmente) e distribuire tali Contenuti dell’utente per qualsiasi scopo commerciale, pubblicitario o di altra natura, sul sito o su canali collegati al sito o alla presente promozione, nonché a incorporare in altre opere, ad esempio i Contenuti dell’utente, e a concedere ed autorizzare sotto-licenze di tali contenuti.


Inoltre
Hai la facoltà di rimuovere in qualsiasi momento i Contenuti dell’utente dal Sito. Se decidi di rimuovere i tuoi Contenuti dell’utente, l’autorizzazione di cui sopra decadrà automaticamente,


ma (rimuovendoli)
accetti che la Società possa mantenere in archivio copie dei Contenuti dell’utente.


Con altre parole possiamo dire che tutto quello che facciamo su Facebook rimarrà nelle mani del signor Facebook finchè esso vorrà e con le finalità che vorrà.

Posso quindi infine dare un consiglio a chi vuole lasciare Facebook: spendere un po' di tempo per eliminare tutti i propri commenti, tutte le proprie iscrizioni a gruppi e pagine, eliminare le proprie foto e le proprie informazioni personali, revocare l'accesso ai nostri dati personali alle applicazioni che abbiamo autorizzato (Geo Challenge, Guerra di Bande, Word Challenge, Birthday Calendar e compagnia bella) e quindi disattivare il proprio account, in questo modo la nostra privacy dovrebbe essere un po' più protetta anche se non potremo avere mai la certezza della reale cancellazione dei nostri dati personali dai database di Facebook.
Attualmente non esiste niente di più vicino all'uscita da Facebook.

Per il testo completo delle Condizioni d'uso, cliccate qui.

NOW ON AIR: "Leave out all the rest" Linkin Park

venerdì, marzo 13, 2009

Frustrazione creativa

Vorrei scrivere più spesso su questo blog ma proprio non ci riesco.
Non che mi manchino gli spunti, ma a volte ho paura di scrivere qualcosa di troppo banale, altre ho la certezza che potrei scrivere qualcosa di cui pentirmi: sono molti i fatti che mi fanno riflettere ma quando sono freschi rischio di scrivere con troppa rabbia, troppo risentimento, troppo politicamente scorretto. Non che mi dispiaccia essere politicamente scorretto, anzi è una delle mie qualità che apprezzo maggiormente, ma scrivendo di getto c'è pericolo anche di esprimersi in modo sbagliato, di veicolare un messaggio che non corrisponde al mio reale pensiero e, a volte, anche di andare contro la legge o di rischiare qualche problema di natura legale.
So che il mio blog non raggiunge una larga fetta della popolazione italiana, ma la vita è così: puoi scrivere tante cose belle ed intelligenti per anni senza che ti legga nessuno o solo pochi buoni affezionati, ma appena scrivi distrattamente una stupidaggine, non appena fai un passo falso, com'è come non è, c'è un'alta probabilità che ti becchino subito. La celeberrima Legge di Murphy.
Comunque anche se non ci fosse il rischio di essere scoperti preferirei non scrivere stupidaggini o pensieri di cui potrei pentirmi in seguito, quindi cerco di ponderare, ma ponderando ponderando, finisce che l'onda emotiva che inizialmente mi spingeva a scrivere riguardo ad un certo argomento si esaurisce e non posseggo più lo stimolo necessario a scrivere qualcosa di vagamente interessante o semplicemente a mettermi davanti alla tastiera, soprattutto quello che mi viene da scrivere in modo più ponderato mi sembra incredibilmente meno vero, mi sembra più costruito, creato appositamente per essere "distribuito" e meno rappresentativo della mia persona... quindi del tutto inutile.
Ecco perchè da qualche post a questa parte finisco per scrivere solo di ciò che leggo, mentre i temi su cui vorrei "sfogarmi" sono molteplici e vari, suggeriti dalla cronaca, dalla politica e dalla vita.
Spero di riacquistare presto quel tanto di forza mentale che mi permetta di scrivere ciò che penso nel modo migliore e più chiaro possibile, magari offendendo pure qualcuno ma nel rispetto di ogni punto di vista ragionevole.

NOW ON AIR: "Danziamo" Io, Carlo

giovedì, marzo 05, 2009

Narciso e Boccadoro


Ho interrotto momentaneamente la sequenza di letture fantascientifiche e mi sono dedicato a "Narciso e Boccadoro" di Hermann Hesse; purtroppo si tratta di un'altra piccola delusione. Forse era troppo aspettarsi un altro "Siddharta", libro che non ho trovato eccezionale ma comunque gradevole.
Trovo che questo libro sia stato scritto molto bene, anche tradotto bene, secondo la mia impressione, ma oltre la forma c'è veramente poco, vi ho trovato pochissima sostanza.
Due capitoli spiccano su tutti gli altri per suggestione e trasporto emotivo, quello che descrive il vagabondaggio di Boccadoro nella Germania invasa dalla peste e quello finale di cui non svelo il contenuto per non rovinare la lettura a chi dovesse ancora intraprenderla.
I restanti capitoli sembrano solo un insieme di frasi-pretesto per giustificare il capitolo finale: più di duecento pagine di parole davvero povere di contenuto in cui si descrive prima l'infanzia del giovane Boccadoro, sventurato figlio di un funzionario reale, nel convento-scuola di Mariabronn dove conosce il giovane insegnante Narciso, e poi il vagabondare dello stesso Boccadoro per il mondo alla ricerca della sua anima e del sesso. Della personalità di Boccadoro è questo il carattere che colpisce di più: con gli uomini che incontra ha rapporti ridotti al minimo indispensabile e strettamente utilitaristici, mentre con le donne è molto espansivo e cerca di "ottenere il massimo da ogni incontro".
Oltre all'apparenza descritta, Boccadoro cerca di andare contro tutto ciò che rappresenta la vita del convento da cui si allontana e in un certo modo fugge: il sesso, la libertà da qualsiasi costrizione, l'abbandono della pratica religiosa che in convento sfiora il rigore burocratico, la ricerca di una spiritualità diversa, più naturale, più legata ai sensi che ad un Dio troppo lontano dalla vita vera dell'uomo, la scoperta dell'arte come mezzo per fissare i sentimenti e permettere a questi, come nostra emanazione, di superare l'altrimenti insostenibile vincolo della mortalità della carne.
Sotto tutti questi aspetti Boccadoro sembra il prototipo dell'artista decadente, l'artista tormentato che si da ai bagordi per riempire un vuoto che la sua anima sente e soffre più dell'uomo comune. Ma manca di quello che caratterizza il vero artista decadente, la sostanza: potrebbe essere l'adulto che si rende conto dell'ineffabilità della morte e dell'insensatezza del vivere sociale rimpiangendo l'età infantile, e invece è semplicemente uno sbandato che vuole solo vivere facendo quello che gli pare ma che ha perso da tempo l'innocenza della fanciullezza, quella innocenza che sola può farci vivere a pieno quel poco che di bello c'è nella vita. I bambini guardano al mondo con occhi puri e soprattutto con una mente pura, libera da qualsiasi condizionamento sensuale o fine nascosto: non guardano per scovare qualcosa, non parlano per cercare di scoprire qualcosa, non mangiano per godere, non toccano per ottenere qualcosa... i bambini guardano per vedere, mangiano per gustare, toccano per sentire, ascoltano per capire e parlano per comunicare, niente di più.

Mentre rileggo questa mia "recensione" mi sento di dover rivalutare almeno in parte questo libro che offre molti più spunti di quelli che avevo visto inizialmente: sicuramente un libro che è bene leggere, sicuramente, però, anche un libro che nel complesso non mi è piaciuto e che certamente non rileggerò. Una buona idea di base è stata rovinata da una non altrettanto buona costruzione delle vicende intorno a tale idea e, a mio avviso, dall'eccessiva centralità del tema del sesso.

NOW ON AIR: "Sex on fire" Kings Of Leon