sabato, novembre 12, 2011

Curiosità, interesse, passione

Sono curioso di tutto, ma veramente tutto, lo sono sempre stato, dalla cucina alla meccanica, dalla pittura alla fisica dei quanti. Io guardo, osservo, ascolto, leggo, rifletto, scrivo, rileggo, schematizzo... a volte cerco anche di ricordare, ma la maggior parte delle volte i concetti acquisiti svaniscono presto. Svaniscono perché manca loro qualcosa a cui attaccarsi per rimanere ancorati nella mia memoria a lungo termine.

Questa mia curiosità così vasta e, forse, dispersiva, mi impedisce di interessarmi veramente alle cose. Forse è paradossale, o forse non lo è. Non sono mai riuscito ad interessarmi davvero a qualcosa, forse è colpa del modo in cui lavora la mia curiosità, oppure c'è qualcosa di più profondo che mi impedisce di interessarmi e che mi consente, al massimo, di avere curiosità per le cose. Non ho ancora capito questo aspetto di me, ma mi piacerebbe tanto farlo. Certo è che l'assenza di interesse è alla base della mia incapacità di ricordare la maggior parte delle cose che approfondisco per curiosità.

Mancando completamente la fase dell'interesse, ovviamente mi manca anche la capacità di appassionarmi, alle cose, alle attività, alle persone. Non è certo un gran problema, si può vivere anche senza passioni: si può respirare, si può mangiare, si può bere, anche senza passioni o interessi. Ma lo si fa con molta più fatica. Anzi, si vive con la stessa fatica di tutti gli altri ma sentendola molto di più, perché non hai qualcosa che ti alleggerisce il peso di quello che "devi" fare.

La differenza tra un capriccio e una passione che dura una vita è che il capriccio dura un po' più a lungo.

Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray

NOW ON AIR: "Faint" Linkin Park

martedì, novembre 01, 2011

Tre film da evitare

Negli ultimi giorni mi è capitato di vedere tre film che voglio sconsigliare vivamente. Due mi sono stati vivamente consigliati e ripetutamente elogiati per l'originalità e la bellezza, il terzo me lo sono trovato per le mani e ne ho approfittato... avrei fatto meglio a dormire. Ma andiamo per ordine.

In un mondo migliore
Un film danese della regista Susanne Bier, vincitore di un Golden Globe e di un Oscar, entrambi come migliore film straniero. Di solito evito accuratamente i film vincitori di Oscar ma questa volta non sono stato sufficientemente accorto. Per essere decisamente sintetico mi piacerebbe definirlo "superfluo" perché non mi ha dato niente, a parte la noia nel seguirlo. Una trama non particolarmente articolata e che nonostante questo affronta molteplici temi senza mai giungere al nocciolo di nessuno di questi. Un racconto mediocre di una vicenda drammatica che si conclude, a mio modo di vedere, in modo bizzarro, per non dire grottesco.

Lo scafandro e la farfalla
Le premesse erano ottime.

Il film è basato sull'omonima monografia di Jean-Dominique Bauby, Lo scafandro e la farfalla, in cui Bauby descrive la sua vita dopo aver avuto un ictus all'età di 43 anni, che lo ha ridotto in uno stato di sindrome locked-in, lasciandogli come unico mezzo di comunicazione con il mondo il battito della palpebra sinistra. Il protagonista si risveglia su un letto d'ospedale, dopo 3 settimane di coma, impossibilitato a comunicare.

Wikipedia (it.wikipedia.org)
Lo scenario ideale per sviluppare una profonda analisi del senso della vita e delle difficoltà che essa ci mette di fronte, un'opportunità per riflettere sull'esistenza dell'uomo approfittando di una di quelle situazioni estreme che permettono di guardare la vita quasi dall'esterno ma con un coinvolgimento amplificato dalla drammaticità della condizione del protagonista.
Il risultato, invece, è un indecente banalità che non riesce a coinvolgere neanche per un istante, che non commuove, che non fa riflettere. C'è vita nel film, ma vita fin troppo ordinaria per poter assumere quel significato "oltre-vitale" che avrebbe potuto avere e che mi aspettavo, in nessun aspetto il film riesce a superare il muro della mera esistenza per cercare almeno di sfiorare il nucleo della Vita.
Noia assoluta, quella che non ti fa vedere l'ora che il film finisca.
Nota a margine: Emmanuelle Seigner è una donna che ho trovato sempre incredibilmente affascinante, una di quelle donne che secondo me non si può definire propriamente bella ma che è in grado di stregarti con uno sguardo, come attrice decisamente non risalta ma mi fa sempre piacere vederla.

Salt
Questo non mi è stato consigliato, ma ho avuto l'occasione di vederlo, non mi andava di stare ancora davanti al pc (ora che lavoro tutto il giorno davanti al pc) e allora ho colto l'occasione. In questo caso ho avuto una minore delusione, ma solo perché non mi aspettavo niente. Clamorosamente, da niente che mi aspettavo mi è venuto decisamente niente. Un film inconsistente, poco credibile e che, a differenza di altri rappresentanti del suo genere, non riesce neanche ad intrattenere. I personaggi sono inesistenti, intuisci che ci sono solo perché li vedi; la trama è decisamente prevedibile; il finale è aperto. Ci sono tutti gli elementi del film di serie B e la presenza di Angelina Jolie non contribuisce minimamente ad alzare il livello complessivo, anzi sembra quasi ottenere l'effetto contrario, affondando ancora di più il film nell'amarezza della futilità.

NOW ON AIR: "Black star" Radiohead