domenica, aprile 27, 2008

Racconti del grottesco


Ho finito di leggere "Racconti del grottesco" di Edgar Alan Poe e mi sento decisamente deluso. L'ho trovato veramente poco interessante, poco dopo aver iniziato un nuovo racconto non vedevo l'ora che finisse... ma solo per poter passare a quello successivo sperando che fosse più interessante. Sicuramente alcuni passaggi potevano essere considerati divertenti per l'epoca in cui sono stati concepiti e scritti, ma oggi, a me, sicuramente non fanno ridere e non danno neanche nessun gusto nel leggerli.
Per quanto riguarda il grottesco in senso più ampio, di assurdità, di sproporzione, di paradossale ho trovato comunque ben poco di interessante e di, in qualche modo, appassionante. Forse mi ero creato troppe aspettative positive dopo la lettura dei "Racconti del terrore" che rispetto a questo volume sono di tutt'altro valore. Forse Poe era meno bravo a scrivere questo tipo di racconti o, più probabilmente, sono io che non sono "spiritualmente" portato, per non dire "intellettualmente", verso questo tipo di racconti, comunque quello che direi a chi mi chiedesse se leggere o meno questo volume direi: "se ti sono piaciuti i racconti del terrore lascia stare quelli del grottesco e leggi qualcos'altro".
Una nota positiva però c'è: sono i due racconti che si trovano al termine del volume e che, secondo me, con il grottesco c'entrano poco. Sono inclusi in un'appendice intitolata "Il paesaggio" e sono "Il diario di Julius Rodman" e "Le terre di Arnheim", due racconti che ho trovato particolarmente interessanti e non credo soltanto per contrasto con quelli precedenti.
Il primo è il racconto di una compagnia di uomini che si forma e che intraprende un viaggio avventuroso tra la natura ancora poco esplorata dell'America del Nord da poco colonizzata, con descrizioni approfondite e a volte particolarmente suggestive dei luoghi visitati. Un racconto che mi ha fatto affiorare alla mente tante belle immagini di un film che io adoro, "L'ultimo dei mohicani", e che ne ha fatte nascere tante altre. Peccato che sia un racconto incompleto, mi è dispiaciuto non sapere come sono finite le avventure dei miei amici.
Il secondo, invece, contiene prima di tutto la descrizione di un uomo, il signor Ellison, che se fosse reale mi piacerebbe molto conoscere, e poi delle notevoli descrizioni paesaggistiche per cui ho ammirato profondamente le capacità di comunicazione di Poe.
Il mio consiglio è questo: fatevelo prestare, cominciate a leggerlo e se non vi piace saltate direttamente agli ultimi due racconti che ho così brevemente descritto. Se, invece, vi piacciono anche i racconti del grottesco tanto meglio.

Cito un pensiero che mi è piaciuto molto, contenuto nel racconto "Non bisogna scommetere la testa col diavolo":

"Le cose di cui non riesco a rendermi conto mi disgustano. Esse costringono un uomo a pensare e perciò ne danneggiano la salute."
Non sono d'accordo con la prima frase, ma condivido perfettamente la seconda.

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