venerdì, maggio 23, 2008

Traguardo lovecraftiano


"Il sentimento più antico e radicato nel genere umano è la paura, e la paura più antica è quella dell'Ignoto. Questi assunti vengono posti in discussione da ben pochi psicologi, e la loro conclamata verità stabilisce in qualsiasi tempo la genuinità e dignità del racconto Soprannaturale e Orrorifico come forma letteraria."

Così inizia il saggio di H.P. Lovecraft intitolato "L'orrore soprannaturale nella letteratura", incluso come appendice nel volume "Storie del Ciclo di Cthulhu: Il mito - Tomo II". Ho letto sia il primo che il secondo tomo, completando così l'intera raccolta pubblicata da Newton&Compton, apprezzando notevolmente il genio di questo autore: un incredibile genio creatore di una mitologia completamente originale.
Ritengo che ci siano due tipi di grandi scrittori, quelli che guardano alla realtà e riescono a descriverla con incredibile passione in modo da generare empatia e compenetrazione tra lettore e personaggi, e quelli che partendo dal nostro mondo riescono a crearne uno nuovo, parallelo o meno, dotato comunque di una coerenza ed una consistenza surreale e sconvolgente.
H.P. Lovecraft appartiene sicuramente alla seconda schiera, insieme ad altri grandi della letteratura fantastica, fantascientifica ed orrorifica, penso a Philip K. Dick, Frank Herbert, J.R.R. Tolkien, Edgar A. Poe, solo per citarne alcuni. Lovecraft è sicuramente più un autore dell'orrore, ma non mancano, in particolare nei racconti del ciclo di Cthulhu, componenti fantascientifiche: in fondo cosa c'è di più ignoto dell'illimitato spazio interstellare inesplorato.
Mondi lontanissimi da cui esseri più o meno intelligenti e culturalmente avanzati potrebbero giungere in qualsiasi momento dall'ignoto che si cela oltre la nostra cara stella Sole. E se alcuni di questi esseri fossero giunti già milioni di anni fa sul nostro pianeta? E se esplorazioni avventurose di zone della Terra ancora non raggiunte dall'uomo (Lovecraft è vissuto nei primi del 1900) potessero rivelare tracce nascoste di civiltà extraterrestri scomparse e al contempo narrare gli eventi che portarono tali esseri a raggiungere il nostro pianeta ed il loro legame con eventi misteriosi della storia della Terra e delle più antiche civiltà umane?
Tutto questo e anche di più nei diversi racconti del ciclo di Cthulhu, una raccolta da non perdere per tutti gli amanti del fanta-horror e, secondo me, dell'esplorazione della mente umana. La paura fa parte della nostra vita, la paura è vita, noi esseri umani spesso abbiamo desiderio di vita, ma in qualsiasi caso, anche quando manca tale desiderio, portiamo sempre con noi la paura di morire: spesso è questa a salvarci la vita, prima che il desiderio di vivere.
I racconti di Lovecraft non mi hanno messo alcuna paura, ma non credo che fosse quello l'intento dell'autore: penso che il suo scopo fosse quello di descrivere scenari e condizioni di paura, e in questo direi che è riuscito bene.
In sostanza, anche se i miei racconti preferiti riguardano le storie dell'orrore puro, quelle dell'onirico e del fantastico, sono contento di aver letto anche questi racconti e alcuni li ho apprezzati in modo particolare per l'inquietudine che riescono a trasmettere al lettore, o almeno per l'inquietudine che sono riusciti a trasmettere a me. Non credo che questo scrittore possa piacere particolarmente agli amanti di Poe, nonostante lo stesso Lovecraft fosse un amante di questo autore, ma rappresenta una possibilità per chi cerca qualcosa di diverso sempre nell'ambito della "letteratura soprannaturale", come la chiama lo stesso Howard Phillips Lovecraft.

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