domenica, settembre 12, 2010

Perché?

Nono sono sicuro di essere ancora "l'uomo del futuro" del titolo. Questo "ancora" può essere interpretato sia nel senso passato che in quello futuro: non so se lo sono stato ed ora non lo sono più; sicuramente attualmente non sono come "l'uomo del futuro" che ho descritto e chissà se lo sarò mai. Per questo mi riferirò a me stesso come a MaxParsifal. Naturalmente in terza persona, da perfetto psicopatico.

MaxParsifal non vuole crescere perché è già cresciuto abbastanza e non gliene è venuto nulla di buono, solo maggiore stress e maggiore infelicità.
Maxparsifal non vuole essere un eterno adolescente, bensì un eterno bambino. Non un bambino qualsiasi, il bambino che è stato lui prima di rompersi. Prima che qualcosa gli portasse via, troppo presto, il suo essere bambino. Il bambino che è stato lui: meno felice e sereno degli altri ma più consapevole, comunque più felice e sereno di quanto potrà mai essere da adulto.

MaxParsifal vuole essere il bambino che chiede sempre "come" e, soprattutto, "perché" e che non si annoia a sentire ogni risposta, perché in ogni risposta c'è qualcosa di interessante. Come fanno le persone a vivere come se non ci fossero domande, come se tutto fosse completamente chiaro? Soltanto io vedo "perché" in ogni singolo aspetto dell'esistenza? Il fatto che trovare risposte sia difficile dovrebbe essere un buon motivo per non farsi le domande?
Le risposte non contano, o almeno non contano tanto quanto le domande: quando smettiamo di fare domande, il nostro cervello smette di vivere e quindi noi smettiamo di vivere. Si, certo, respiriamo, mangiamo, defechiamo, lavoriamo, ci picchiamo per un parcheggio, ma questo non significa vivere. Significa essere vivi, certo, per definizione medica, ma non significa che siamo individui che vivono perché, quando non ci facciamo più domande, non siamo più individui. Diventiamo dei gusci vuoti, corpi umani che si muovono e agiscono tutti alla stessa maniera, tutti uguali.
Io (cioé MaxParsifal) non ho paura di morire fisicamente, ma finché sono vivo fisicamente, morire mentalmente mi fa schifo ed orrore. Non voglio, tanto varrebbe morire del tutto. Per rimanere vivo nel cervello non conosco altro metodo che rimanere bambino, cercare (quando riesco) di guardare le cose come fosse la prima volta che le vedo e chiedermi "perché" ogni volta che posso (le occasioni non mancano di certo).
Intanto, perché ho scritto tutto ciò... al momento non lo so, se lo scoprirò e lo riterrò interessante potrei anche condividerlo qui, nel frattempo... perché?

NOW ON AIR: "Alive" Pearl Jam

sabato, settembre 11, 2010

Grave BUG per l'iPad

Grave bug dell'iPad che gli impedirà di soppiantare completamente il giornale cartaceo.



Prevedibile, ma comunque divertente.

NOW ON AIR: "Shorty" The Wannadies

La Bibbia

Questa non è mia, non sono così brillante e un po' mi dispiace. Ma la frase che propongo è troppo bella per non citarla, forse non è alla portata di tutti, spero lo sia per molti.

Nella Bibbia ci sono solo proposizioni vere e se ogni tanto è un po' incoerente è solo colpa di Gödel.

Fonte: In coma è meglio, blog di Astutillo Smeriglia.

NOW ON AIR: "Thoughts of a dying atheist" Muse

mercoledì, settembre 08, 2010

Indesiderati

In molti film e in qualche libro mi è capitato di vedere e leggere di figli che scoprono di essere stati indesiderati, essere nati come frutto di un errore.
Tali scene (cinematografiche o letterarie) sono solitamente cariche di pathos, portano alla commozione: una rivelazione del genere da parte di un genitore nei confronti di un figlio provoca spesso una risposta violenta, carica di risentimento, sicuramente una risposta che esprime malessere e dolore interiore.

Se capitasse a me... ne sarei sollevato. Saprei che il dolore che mi è stato inflitto da quando sono nato non è frutto di una scelta consapevole o inconsapevole ma comunque volontaria. La mia nascita, e tutto ciò che ne è conseguito, sarebbero soltanto frutto di un errore, di un incidente e si sa "gli incidenti capitano".
Purtroppo non avrò mai questo "piacere": mi è stato già detto che la mia nascita è stata fortemente voluta, al riguardo ci sono anche prove oggettive che non possono essere smentite o manipolate. Mi dispiace sapere che una persona possa decidere volontariamente, consapevolmente e razionalmente di generare un figlio, senza pensare a tutto ciò che di brutto o spiacevole potrebbe riservargli la vita. La vita non è bella nè brutta, la vita è una serie estremamente complessa di continui incidenti che sta poi a noi interpretare come vogliamo perché, di per sé, senso non ne hanno. Da parte mia, il più piccolo incidente negativo, o anche solo potenzialmente negativo, che potrebbe occorrere ad un essere umano generato con il mio contributo mi porta a rifiutare categoricamente ogni possibilità di farlo.
Le cose belle che ci succedono non possono nè annullare nè compensare quelle brutte che ci accadono: quando mi accade qualcosa di bello, quelle brutte stanno sempre lì senza attenuare nè esaltare quelle belle, e viceversa.
Fare un figlio per me sarebbe sicuramente bellissimo, ma cosa sarebbe per lui? Per lui sarebbe soltanto una vita ed una nuova sequenza di incidenti. E se non fosse così? E se mio figlio potesse vivere la vita più bella che sia mai stata immaginata? Sarebbe giusto negargli questa possibilità?
Si sarebbe giusto, perché non sto impedendo a nessuno di vivere tale vita immaginaria, visto che finché uno non viene al mondo non esiste. Finché non viene al mondo nessuno può fargli del male, neanche io, direttamente o indirettamente. Una volta venuto al mondo non c'è più via d'uscita e quello che gli spetta è soltanto quello che spetta a tutti quanti: una lunga sequenza di incidenti che si concluderà solo con la sua morte.

NOW ON AIR: "From yesterday" 30 Seconds To Mars

Bestemmiare

Ogni volta che qualcuno maledice dio, in realtà sta maledicendo il suo creatore, ammesso che creda a questa sciocchezza della creazione divina.
Bestemmiare il "nome del signore" significa quindi maledire il responsabile delle nostre difficoltà e delle nostre sofferenze: se non avesse creato il mondo e gli esseri umani noi non avremmo sofferto o inciampato o arrancato o qualsiasi altra cosa.
Come detto, la creazione divina è una sciocchezza, quindi, se non fossimo annebbiati da millenni di religione, quello che vorremmo veramente fare è maledire il nostro creatore. I nostri creatori sono i nostri genitori, tutti i meriti e tutte le colpe di ciò che ci accade di bello e di brutto ricadono completamente ed esclusivamente su di loro, almeno in quest'ottica.
Quando abbiamo bisogno di sfogarci e maledire qualcuno per ciò che ci succede in vita sarebbe più corretto, o almeno più sensato, maledire i nostri genitori... o almeno uno dei due, sta ad ognuno scegliere quale.

NOW ON AIR: "The story" 30 Seconds To Mars

lunedì, agosto 30, 2010

Grandi uomini e valori

A mio avviso...

non esistono grandi uomini, non sono mai esistiti e, mi permetto di presumere che, mai esiteranno.
Esistono però tanti piccoli, miseri uomini che fanno apparire grandi degli uomini a dir poco mediocri.

L'universo è relativo in ogni suo aspetto e in ogni sua manifestazione: se non esistessero personalità insignificanti non potrebbe esistere alcuna personalità rilevante.

Per molti, fatti come questo dimostrano che ogni cosa è importante ed utile nell'universo.
Per me, invece, riflessioni come questa portano ad una sola conclusione plausibile: nell'universo nulla ha valore, alcun tipo di valore. Ogni valore viene assegnato dall'esterno e, per questo, afferma più sul soggetto dell'assegnazione che sull'oggetto.

Detto questo, mi trovo costretto a tornare sulle mie stesse parole: non esistono neanche piccoli uomini, esistono uomini che io considero piccoli e miseri e che fanno apparire altri uomini, che io considero meno piccoli e meno miseri, grandi.

Cosa rimane allora? Rimangono solo uomini, pelle, muscoli, ossa, sangue, agglomerati di cellule, formate a loro volta di atomi... siamo solo atomi, nient'altro che atomi... oltre a questo vediamo solo quello che vogliamo vedere ed evitiamo di vedere ciò che ci fa paura.

NOW ON AIR: "From yesterday" 30 Seconds To Mars

Involuzione informatica

Non so se è vero e non ho avuto tempo di controllare, ma mi ha divertito e quindi lo posto lo stesso.

Nell'anno 1968 è bastata la potenza di due Commodore 64 per lanciare con successo una navicella sulla Luna; nell'anno 2007 ci vogliono la potenza di un processore quad core 3.30 GHz e 3 Gb di RAM (requisiti minimi ufficiali) per utilizzare Windows Vista. Qualcosa deve essere andato storto!


E' divertente perché la seconda parte è (quasi) vera.

giovedì, luglio 29, 2010

Vomitiamo tutti insieme...

Un invito per tutti gli amanti del vomito, proprio ed altrui, leggere questa pagina di commenti.

Io ho cominciato a leggere questa pagina, relativa ad una notizia di cronaca romana, e non sono riuscito a leggere tutti i commenti. Mi sono dovuto fermare per vomitare: così tante persone talmente prive di qualsiasi buon senso. Tutte le opinioni espresse mi sembrano così banali, semplicistiche, inutili, insopportabili.

La razza umana ben meriterebbe di essere completamente distrutta.

NOW ON AIR: --silenzio--

mercoledì, luglio 14, 2010

Dolore

Trovo insopportabile e abominevole ogni forma di dolore fisico, insopportabile e abominevole come ogni cosa che mi ricorda con brutale forza che c'è qualcosa di esterno alla mia coscienza e alla mia consapevolezza. Qualcosa che rischia di essere più reale di quello che si trova nella mia mente e, soprattutto, sul quale non ho alcun controllo.
Il mondo delle mie idee è l'unico dove posso aspirare di non essere travolto e dilaniato. Probabilmente è vero quello che si dice, che ho una paura folle del mondo reale: ho paura di essere ferito, paura di non essere in grado, di non essere all'altezza, paura di perdere qualcosa, paura delle responsabilità. Ma se solo avessi un appiglio, un qualcosa per cui lottare, qualcosa per cui provare il desiderio di vivere nella vita reale e rischiare, afferrare, amare, odiare, soffrire...
Non ho trovato mai niente di simile e sarà difficile trovarlo rimanendo qui, da quest'altra parte del velo. Ma senza appiglio, senza un motivo, perché dovrei superare il confine?
A questo dilemma non ho ancora trovato risposta e la mia parte pessimista mi dice che più passerà il tempo più difficle sarà trovarla.

NOW ON AIR: "Hurt" Nine Inch Nails

domenica, luglio 04, 2010

Picnic sul ciglio della strada


Qualche mese fa ho letto un libro affascinante ma mi ero dimenticato di scriverne.

Picnic sul ciglio della strada di Arkadi e Boris Strugatzki, già pubblicato e più noto con il titolo Stalker.
Marmont è una piccola città industriale come tante altre. Anzi lo era, lo sarebbe ancora se i suoi dintorni non avessero subito la visita degli extraterrestri. Nei pressi di Marmont si trova uno dei sei luoghi del pianeta Terra che presentano le tracce del passaggio degli alieni.
Non a caso si parla di passaggio: non c'è stato nessun contatto con le forme di vita locali, forse gli alieni erano diretti altrove, non erano interessati agli abitanti del pianeta. Sembra che, lungo un viaggio verso chissaddove, gli alieni di passaggio abbiano fatto una sosta e ripartendo abbiano abbandonato lì i loro rifiuti, come se si fosse trattato di un semplice Picnic sul ciglio della strada.
Questi "rifiuti" hanno modificato l'aspetto di questi luoghi e non solo: ne hanno modificato profondamente anche la fisica. Eventi straordinari ed inspiegabili avvengono in queste "zone" e per questo i governi le hanno delimitate e le controllano: i centri di ricerca ne studiano le caratteristiche mentre i militari tentano di limitare l'accesso soltanto al personale scientifico autorizzato.
Entrare nella Zona è pericoloso, è facile rischiare la pelle se non la si conosce, se non si è in grado di trattarla come si deve, di riconoscere i suoi pericoli ed i suoi avvertimenti, se non si è uno stalker esperto. Lo stalker è un cercatore di oggetti straordinari dalle proprietà inimmaginabili. Gli stalker lavorano nell'illegalità entrando di nascosto nella Zona per raccogliere oggetti da rivendere poi al ricchissimo mercato nero.
Red Schouart è una guida indispensabile per gli scienziati che devono addentrarsi nella Zona per le loro analisi: senza di lui difficilmente riuscirebbero ad uscirne vivi. Red, però è anche conosciuto nell'ambiente stalker come "Roscio": uno dei migliori stalker di sempre. Passato alla legalità per la tranquillità della propria famiglia, ora riceve un misero stipendio da dipendente statale per accompagnare i "secchioni" del centro ricerche nella Zona e cercare di riportarli indietro sani e salvi.
Il fascino della Zona però va molto oltre le brevi passeggiate scientifiche, per Red vanno anche oltre la ricchezza e il potere: "il brivido estremo della sfida, il desiderio di bucare lo schermo del possibile che lo spingono a trasgredire le leggi - fisiche e morali - di una comunità pavida e corrotta".

Un'idea veramente notevole, a mio parere geniale anche il parallelismo tra visita aliena estemporanea e picnic sul ciglio della strada. Il libro non è all'altezza dell'idea ma vale comunque il tempo speso per leggerlo.

Da questo libro è stato tratto un film, la cui sceneggiatura è stata realizzata in collaborazione con gli stessi autori del libro: Stalker di Andrej Tarkovskij (1979).

Una serie di videogiochi prendono ispirazione dagli elementi del libro, riconducendo però l'origine della Zona alle esplosioni avvenute nella centrale nucleare di Chernobyl nel 1986 e collocandola proprio nei pressi della cittadina russa.
Riguardo a questa variazione c'è un aspetto veramente interessante: l'area evacuata nei pressi della centrale nucleare danneggiata è effetivamente denominata "La Zona". Ma non è chiaro se l'area di Chernobyl prende il soprannome da quella del libro o se si tratta soltanto di un caso (il termine "La Zona" non è poi così originale o specifico).

PS: è difficile reperire questo libro in libreria, in alternativa è possibile ordinarlo su IBS, e questo è il link diretto.

NOW ON AIR: "Lost in space" Apollo 440