lunedì, febbraio 23, 2009

Neuromante


Ho finalmente finito di leggere "Neuromante" di William Gibson, il libro considerato il capostipite del genere cyberpunk, e non mi è piaciuto per niente.
Se dovessi scegliere un unico aggettivo, sarebbe "squallido".
Questo romanzo sembra voler essere contemporaneamente thriller, fantascienza e critica sociale senza riuscire ad essere compiutamente niente di tutto ciò.
Dall'inizio alla fine un piatto svolgersi di dialoghi e descrizioni sterili, che non portano da nessuna parte; non un momento di suspance, non un alone di tensione.
Di fantascientifico, poi, ci ho trovato veramente poco: si parla di computer e di hacking come si potrebbe parlare di qualsiasi altra cosa, con un livello di dettaglio che definire approssimativo è poco. Chi capisce di informatica lo trova meramente banale; chi non capisce di informatica non riesce ad avere la minima idea di cosa si stia trattando.
Se cerco di pensare a cosa mi sia rimasto più impresso nella memoria di questo libro mi vengono in mente solo le parole "sesso" e "droga", non c'è neanche il "rock'n'roll": non un evento, non un'idea, non il carattere di un personaggio o anche solo una sua particolarità. Forse, sforzandosi di trovare qualcosa, "l'elemento degli occhiali a specchio" (mirrorshades) tanto caro al filone cyberpunk (almeno così mi dicono), ma davvero non capisco che cavolo di "tema" sia, mi sembra più una minchiata, se mi si passa il termine.
Come detto, si parla molto di droga, forse l'unico modo per farsi piacere questo libro è leggerlo sotto l'effetto di qualche stupefacente, oppure essere molto stupidi, ma questa è un mia opinione, probabilmente dettata dal disappunto per aver speso del tempo prezioso a leggere un libro che non mi è piaciuto.
Nonostante ciò, essendo in uscita per l'anno prossimo un film tratto da questo romanzo, credo che lo guarderò, non è detto che in mano ad un buon regista non possa venirne fuori qualcosa di valido.
Per il momento l'unica cosa che ha fatto di buono William Gibson con questo libro è stata quella di ispirare i concetti di "Zion" e "Matrice" nelle menti dei fratelli Wachowski: da quel che ho letto è da questo testo, come da tanti altri dello stesso genere o di generi simili, che i due hanno preso spunto per creare un film, secondo me non bellissimo, ma comunque di qualità notevole, come Matrix, mi sembra un po' poco, però, per rivalutare un romanzo intero.

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