mercoledì, luglio 20, 2011

Pari opportunità a tutti i costi

Qualche giorno fa il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio ha azzerato la Giunta del Comune di Roma.

Azzerata. Da ieri la capitale d'Italia è senza giunta comunale. A disporre l'annullamento della nomina degli assessori romani, undici uomini e una sola donna, è stata ieri la seconda sezione del Tar Lazio, che ha accolto i ricorsi presentati da Verdi, Pd e Sel per violazione dell'articolo 5 dello Statuto che impone un equilibrato rapporto tra i sessi in seno al governo locale e il rispetto del principio delle pari opportunità.

da Repubblica.it
Ieri, il sindaco Alemanno ha risolto così: ribadendo la Giunta che c'era prima, affidando a Sveva Belviso, già asssessore alle politiche sociali, il ruolo di vice sindaco, e introducendo un nuovo ruolo (nuovo assessore con la delega della promozione dei grandi eventi e della candidatura olimpica) affidato a Rosella Sensi (ex-presidente dell'A.S. Roma). Voglio sottolineare qualche punto, alcuni un po' più generali altri più specifici.

0. Una donna in più nel consiglio ristabilisce "un equilibrato rapporto tra i sessi in seno al governo locale"? Domanda retorica, se volete potete rispondere ma non è necessario.

1. Spero che Rosella Sensi faccia bene nel suo nuovo ruolo, ma fino ad ora ha dimostrato veramente poco come amministratore, qualcuno direbbe che ha dimostrato di non essere all'altezza di ricoprire un ruolo di responsabilità (specialmente alcuni tifosi della Roma). Io non voglio arrivare a tanto, semplicemente perché non la conosco così bene per farlo, ma di certo non ha dimostrato la sicurezza e il piglio che mi aspetterei da un assessore o anche semplicemente da un amministratore, troppo spesso è invece sembrata timida, insicura, remissiva. Direi che soffre degli stessi difetti di molti giovani italiani che sono cresciuti negli ultimi trent'anni in Italia, accuditi così bene dai genitori e accompagnati con tanta dolcezza da renderli incapaci di "fare" veramente e concretamente (mi ci metto dentro anche io). Ma, mi chiedo, sono queste le caratteristiche degli amministratori che vogliamo? Inoltre parlando di pari opportunità, mi sembra che come donna abbia dimostrato ben poca autonomia rispetto al mondo maschilista della politica e del calcio, troppo spesso attaccata, nelle sue vicende, alle giacche di noti grandi vecchi della politica, sia amministrativa che calcistica.
Sinceramente non credo che abbia le capacità per ricoprire in modo proficuo tale ruolo, ma spero vivamente di essere presto smentito dai fatti.

2. Vogliamo veramente questo tipo di pari opportunità, queste pari opportunità imposte per legge e che inevitabilmente si rivoltano contro lo stesso diritto che dovrebbero difendere? Non si può imporre l'uguaglianza per legge, ma solo per cultura. Imporre una donna solo perché è donna è una discriminazione nella discriminazine (non mi riferisco qui a Rosella Sensi, la sua vicenda rappresenta solo uno spunto di riflessione): adesso siamo tutti contenti perché c'è una donna in più nel consiglio di amministrazione, ma cosa sa fare quella donna? Come si è meritata quel posto? Qual è il suo merito? Solo quello di essere donna? Mi dispiace doverlo dire, ma è vero, troppo spesso sono le donne stesse che generano diversità: rimanendo alla politica, molto molto raramente ho incontrato una donna che desiderasse votare per una donna alle elezioni, o anche solo per un partito che dimostrava di dare veramente importanza alle donne. Mi sembra che questo stia cambiando, per fortuna, con le nuove generazioni, ma ancora troppo spesso si fa esclusivamente una questione di genere, a prescindere da capacità e potenzialità.

3. Una donna non è migliore di un uomo a prescindere, così come non vale il contrario e non si può imporre per legge la presenza di un certo numero di donne nelle giunte, nei parlamenti, nei consigli di amministrazione, perché così si sminuiscono le donne, sia sotto il punto di vista umano che sotto quello lavorativo. Una legge che impone di inserire una certa quantità prestabilita di donne in ruoli di potere giustifica chi pensa che le donne siano inferiori e che abbiano bisogno di leggi che le tutelino, come fossero portatori di handicap, come fossero una categoria da proteggere. Ciò contribuisce a favorire negli uomini l'idea che la donna sia inferiore e questo culturalmente è sbagliato (certo, negli uomini stupidi, ma ce ne sono tanti, più o meno quanto le donne stupide). Inoltre, costringere gli uomini di potere ad inserire forzatamente donne tra i loro consiglieri gli offre l'opportunità di rafforzare la propria "leadership maschilista" da capo-branco, inserendo nei consigli donne che magari sono a loro asservite in tutto e per tutto, guadagnando in pari opportunità e contemporaneamente perdendo tantissimo in democrazia.

Io da hanni propongo (principalmente a me stesso) una legge sulle dispari opportunità. L'idea è semplice, che ogni essere umano venga giudicato soltanto per le sue capacità, indipendentemente che sia uomo, donna, anziano, bambino, eterosessuale, omosessuale, asessuale, indigeno, straniero o marziano; che ogni individuo possa essere giudicato e valutato soltanto per ciò che realmente è: un individuo diverso da qualsiasi altro individuo nell'Universo. Ma come si fa a scrivere una legge così, non si può, men che meno una che funzioni concretamente; ribadisco che l'unica speranza è di natura culturale: quando le mamme e i papà smetteranno di crescere i figli con pregiudizi e finte parità trasmesse consapevolmente o meno, quando finalmente tutti capiranno che siamo tutti diversi l'uno dall'altro e che dobbiamo essere giudicati tutti per ogni cosa che facciamo e giudicati per tutte le nostre caratteristiche e non solo per quelle che risaltano più delle altre (come il sesso), allora forse potremmo sperare di vivere in un mondo migliore senza leggi stupide e che alla prova dei fatti si rivelano spesso dannose più che inutili, come quella sulle pari opportunità.

NOTA: in alcuni paesi scandinavi esistono leggi per le pari opportunità "al contrario", dove gli uomini sono tutelati e hanno per legge un certo numero di posti riservati sia nei consigli di amministrazione delle società private che nelle amministrazioni pubbliche. Sembrerebbe che nei paesi scandinavi le donne siano non statisticamente ma concretamente più brave e competenti degli uomini e per questo riescano a surclassarli in modo imbarazzante nelle posizioni di potere, tanto che se non ci fosse la legge che tutela gli uomini molti consigli di amministrazione sarebbero completamente composti da donne. Bene, io dico che questa legge è ingiusta, se non ci sono uomini che meritano posti di potere è giusto che il consiglio di amministrazione sia completamente femminile, con tutto ciò che ne consegue. La legge che tutela gli uomini è, a mio avviso, tanto ingiusta quanto quella che tutela le donne.

PS: Ribadisco ancora una volta che le opinioni espresse in questo post non vogliono in alcuna misura attaccare personalmente la dottoressa Rosella Sensi, o criticare le vicende qui descritte che la coinvolgono più di quanto esplicitamente espresso nelle righe precedenti. I fatti cui si accenna all'inizio del post sono più che altro uno spunto per una riflessione molto più ampia che meditavo da molto tempo e che rigurda il mondo in generale e non solo il Comune di Roma.

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