sabato, aprile 08, 2006

La pena di morte

Più ci rifletto e più mi convinco che la disputa sulla pena di morte è un problema di natura culturale più che morale.
La differenza, ad esempio, tra l'atteggiamento europeo e quello statunitense nei confronti della pena di morte sta proprio nell'interpretazione culturale della giustizia e della punizione.
In Europa per ragioni storiche e culturali la condanna viene vista come un espediente per scontare/espiare una colpa, come se un reato fosse un debito verso la società e la pena inflitta sia un modo per ripagare questo debito.
Un fatto che mi suona abbastanza di origine cattolica.
Da quanto sono riuscito a capire, negli Stati Uniti, dove l'influenza della Chiesa si sente molto meno o almeno influenza solo una parte della popolazione, c'è un concetto completamente differente: la condanna e poi la pena inflitta costituiscono prima di tutto un modo per rendere più sicura la società, né un modo per ripagare il danno alla società, né una punizione per ciò che si è fatto, né un deterrente per prevenire il crimine.
Ormai sembra evidente che la pena di morte non è affatto un buon deterrente e, se per le vittime qualsiasi pena può essere anche vista come una punizione per il male apportato, non credo che ci sia nessuno che lucidamente possa affermare che una qualsiasi pena possa ripagare di qualsiasi torto subito, più o meno grave che sia: un pluriomicida, un pedofilo, un violentatore, uno psicopatico, di quale utilità alla società possono essere, sia dentro che fuori dal carcere, risulterebbero essere soltanto un peso inutile.

Qualcuno potrebbe obiettare che neanche io sono di alcuna utilità alla società, ma almeno io non faccio male a nessuno, a parte ogni tanto rompere un po' le scatole, ma questo, per quanto fastidioso, non mi sembra poi così grave.

Io sarei decisamente favorevole alla pena di morte come strumento per rimuovere individui che rappresentano un evidente pericolo per la sicurezza e l'incolumità degli altri essere umani.
Sarei ma non sono: chi giudicherebbe la pericolosità di un altro essere umano? Anche quando questo individuo venga giudicato colpevole di un crimine, come potrei essere certo che non sia stato condannato ingiustamente? Purtroppo si tratta di un problema senza soluzione: la soluzione che io ritengo più utile si scontrerà sempre con presupposti di applicabilità troppo incerti perché risulti effettivamente utile o perché non diventi a sua volta uno strumento di lesione della società.

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